PALERMO- Taciturno e riservato, ma sempre con il sorriso. Era un uomo di poche parole Antonino Cangemi, il 66enne che ha perso la vita domenica 3 novembre nel tragico incidente di viale Regione Siciliana, dove è stato investito mentre stava camminando.
Una tragedia che ha profondamente colpito la comunità parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, la chiesa che si trova a poca distanza dal luogo in cui l’uomo ha perso la vita, nei pressi di via Perpignano.
Abitava nella vicina via Marettimo, dove per tanti anni aveva vissuto con l’anziana madre e in tanti, ad Altarello, lo ricordano proprio in sua compagnia. “Li vedevo spesso insieme, passeggiavano, andavano in tabaccheria, al negozio di alimentari – racconta un residente della zona -. Altre volte lo notavo da solo, andava in chiesa la mattina presto, poi percorrendo sempre le stesse strade, tornava a casa”.
E proprio dalla parrocchia arriva il ricordo più intenso. Cangemi viene descritto come un uomo abitudinario e silenzioso, ma che manifestava grande gioia quando era in compagnia. A settembre aveva partecipato all’acchianata a Monte Pellegrino e alla festa organizzata dai parrocchiani.
“Una pietra viva della nostra comunità”
“Forse in pochi ricorderanno Antonino Cangemi – dicono da San Gabriele Arcangelo -. Era un uomo silenzioso, che ogni domenica sedeva all’ultimo banco alla messa delle 8.30. Silenzioso sì, ma sempre sorridente. Forse non tutti sanno che ha partecipato con noi all’acchianata a Santa Rosalia e alla festa parrocchiale del 28 settembre”.
“Non sentitevi in colpa per non averlo notato – proseguono -. Antonio viveva nel inascondimento’, ma era una pietra viva della nostra comunità. Antonio se ne è andato come ha sempre vissuto: col sorriso e nel silenzio”.
“Felice come un bambino”
Cangemi aveva reso omaggio alla Santuzza con entusiasmo: “Era una persona speciale – lo descrive così Maria -. Quando siamo arrivati a Monte Pellegrino ha alzato le braccia, come se stesse volando. Ora sei volato in cielo, amico mio”. A ricordarlo è anche chi abita a pochi metri dall’appartamento in cui Cangemi viveva.
“Un gesto che non dimenticherò mai”
“Antonio mancherà a tantissimi, anche a noi vicini di casa. Uomo perbene, educato, rispettoso, umile, ma ricco di Dio. Riposa in pace Antonio accanto ai tuoi genitori da te tanto amati”. E ancora: “Lo conoscevo, era un uomo sempre pronto ad aiutare il prossimo. Una volta, era già buio, mi ha accompagnato fino al portone di casa perché aveva capito che avevo paura. Un gesto che non dimenticherò mai. Che la terra ti sia lieve”.
“I suoi occhi dicevano tutto”
Tra chi lo ricorda con affetto, anche Francesca: “Lo incontravo spesso. Mi aveva confidato di sentirsi solo, ma non perdeva mai quel sorriso che riempiva il cuore”. E in tanti parlano del suo sguardo indimenticabile: “I suoi occhi dicevano tutto. Descrivevano la sua spontaneità, la sua umiltà. Un uomo di una bontà infinita che non meritava questa fine atroce”.
Sulla dinamica dell’incidente sono tuttora in corso le indagini e sul corpo di Cangemi è stata disposta l’autopsia per accertare le cause della morte. Non si esclude infatti, che Cangemi possa avere accusato un malore prima di essere investito. Il ventenne che si trovava al volante della Smart che lo ha travolto è stato nel frattempo iscritto nel registro degli indagati.