Catania, incidente sul lavoro e danno biologico: la sentenza

Catania, incidente sul lavoro e danno biologico: la sentenza del Tribunale

Il lungo processo ed il risarcimento

CATANIA – Un incidente sul lavoro, in un autogrill dove un uomo è stato investito da un motociclista. Poi sei anni di causa per avere riconosciuto il diritto a un’integrazione del risarcimento, che deve pagare non solo l’Inail ma anche l’assicurazione di chi ha commesso l’incidente.

È la vicenda che si è conclusa da pochi giorni al tribunale di Catania, dove una sentenza definita “storica” dall’avvocato Andrea Carmanello, difensore della vittima dell’incidente, ha stabilito di assegnare un risarcimento “differenziale” all’uomo colpito da uno scooter per il danno biologico ricevuto.

L’incidente sul lavoro

La vicenda inizia nel dicembre del 2018, quando un camionista si ferma nell’area servizio Gelsobianco, sulla Catania-Palermo, per fare rifornimento. Appena sceso è investito ad alta velocità da uno scooter Honda SH di grossa cilindrata, che passa proprio in quel momento dall’area servizio senza fermarsi.

Il camionista cade per terra e si procura diverse fratture, l’asfalto si cosparge di sangue e l’area di servizio entra nel caos. Il guidatore dello scooter si ferma per dare soccorso e in seguito si prenderà la responsabilità in tribunale, dichiarando che mentre attraversava l’area di servizio aveva il sole negli occhi e non è riuscito a vedere l’uomo a piedi che stava per fare rifornimento.

In questi momenti, una terza persona chiama il 118 per chiedere l’arrivo di un’ambulanza. Spaventato e sotto shock per la scena, dice di non sapere di preciso quante persone siano coinvolte e di vedere diversi scooter sul luogo. A questo dettaglio si appiglierà la compagnia assicurativa dello scooterista per i successivi sei anni, cercando di non arrivare al pagamento del danno biologico “differenziale”.

Il danno biologico

La vittima dell’incidente ha subìto uno dei possibili danni riconosciuti nei tribunali italiani: ci sono i danni morali, quelli materiali, quelli biologici, o fisici. L’uomo, in altre parole, ha ricevuto diverse ferite gravi per i quali ha chiesto risarcimento. Dato che l’incidente è avvenuto mentre stava lavorando, parte della sovvenzione è stata sostenuta dall’Inail, che secondo gli schemi previsti dalla legge ha dato un risarcimento che partiva dal sedicesimo giorno in poi di malattia.

Ma il camionista, assistito dal suo avvocato, ha chiesto anche la copertura del “differenziale” tra il primo e il sedicesimo giorno. Significa che ha chiesto al tribunale che fosse riconosciuto anche il danno biologico causato dall’investitore, e dunque che la sua assicurazione pagasse il risarcimento per quel danno.

Il processo

L’assicurazione si è opposta al risarcimento, ed è iniziato il processo presso il tribunale civile di Catania. Nel corso del quale i rappresentanti dell’assicurazione hanno recuperato e portato in aula la registrazione di quella telefonata al 118 in cui una persona spaventata chiedeva soccorsi ma non sapeva riferire con esattezza il numero delle persone coinvolte.

Anche se lo stesso guidatore dello scooter ha ammesso la sua responsabilità, l’assicurazione si è rifiutata di andare avanti con il risarcimento sostenendo che non si poteva stabilire che fosse il suo cliente ad essere il responsabile dell’incidente.

La sentenza

Fino a che negli ultimi giorni, sei anni dopo l’incidente, il tribunale si è espresso in favore della vittima dell’incidente, decidendo che la compagnia assicurativa deve versare 27 mila euro per risarcimento differenziale.

Come spiega l’avvocato Andrea Carmanello, difensore del camionista: “Una sentenza storica in un caso di infortunio sul lavoro a seguito di incidente stradale. Il Giudice ha riconosciuto il diritto del nostro assistito ad essere risarcito oltre che dall’Inail, per la parte integrativa, anche da chi ha causato l’evento che nel caso di specie, essendo assicurato, per l’appunto vede condannata in solido anche la Compagnia Assicurativa a risarcire il danno biologico subito”.


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