“Incostituzionali due articoli” | Legge Tusa verso l’impugnativa - Live Sicilia

“Incostituzionali due articoli” | Legge Tusa verso l’impugnativa

Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio dei ministri

Il Ministero scrive alla Regione: illegittimi due articoli. Deciderà il Consiglio dei ministri.

BENI CULTURALI
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La legge era stata voluta fortemente dal compianto assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa. Ed era stata approvata dall’Ars dopo la sua tragica scomparsa. Adesso, il Consiglio dei ministri potrebbe giudicarla incostituzionale. Almeno in parte. Sono due infatti gli articoli finiti sotto la lente del Ministero dei Beni culturali che avrebbe già scritto alla Regione.

Si tratta della legge sulla cosiddetta “semplificazione”. Il testo, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 5 maggio, ha adeguato la legislazione regionale alle norme dello Stato che individuano gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata. Trentuno le tipologie di interventi definiti di “lieve entità” che, se eseguiti in aree vincolate e se non vietati da specifiche prescrizioni dei piani paesaggistici o di vincolo, non sono soggetti a autorizzazione paesaggistica.

Un’altra serie di opere, prevede il testo, se eseguite sempre in aree vincolate e se non vietate da specifiche prescrizioni, sono soggette a procedure semplificate. Ma due articoli non convincono il governo nazionale: si tratta dell’8 e del 13.

“Nel primo caso – spiega il componente del Cga Nino Caleca, contattato da LiveSicilia – sembra che lo Stato contesti il comma che prevede il ‘silenzio assenso’ nel caso di mancata conclusione del procedimento entro i 60 giorni. Nel secondo caso, invece, a essere censurata sarebbe la norma che consentirebbe all’assessore ai Beni culturali di modificare l’elenco degli interventi che non devono essere sottoposti ad autorizzazione paesaggistica”.

Adesso la Regione potrà rispondere ai rilievi del governo nazionale. Resta comunque in piedi il resto della norma, il cui spirito era chiarissimo e fu spiegato così dall’allora assessore Tusa, dopo il via libera della giunta nel novembre dell’anno scorso: “Vogliamo semplificare – commentò – con una norma che dia certezze in conformità a regolamenti comunali che indicano cosa è possibile fare nell’eventuale modifica di elementi architettonici o di concessioni che implichino modifiche, ancorché temporanee, al paesaggio. Lo facciamo, – aggiunse – sia per semplificare la vita al cittadino, sia per sgravare le soprintendenze di un numero cospicuo di pratiche autorizzative dando loro più snellezza amministrativa. Il privato non è necessariamente un trasgressore: è un soggetto che rispetta le leggi. Se dovesse sbagliare, allora verrà punito”. Adesso, una parte di quella norma però è “a rischio” impugnativa.


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