PALERMO – Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla è intervenuto sulla vicenda che vede Marcella Cannariato, consigliera della Fondazione Teatro Massimo, e vice presidente della Fondazione Dragotto, indagata per corruzione per ragioni non collegate al suo attuale incarico. L’inchiesta della Procura di Palermo riguarda contributi pubblici ricevuti per l’organizzazione dell’iniziativa “Magico Natale” al Teatro Massimo.
La posizione di Lagalla
In una nota diffusa in risposta alle richieste di chiarimento del sindacato Libersind riguardo al ruolo della Cannariato, il sindaco Lagalla ha dichiarato: “Con riferimento alle contestazioni che vengono addebitate a Cannariato per ragioni non collegate al suo attuale incarico presso la Fondazione Teatro Massimo si auspica che la stessa possa al più presto chiarire la propria posizione, rimanendo affidata alla sua esclusiva sensibilità ogni ulteriore valutazione a tutela della persona e delle sue pubbliche funzioni di rappresentanza”.
Lagalla ha inoltre fornito dettagli sulla collaborazione tra la Fondazione Teatro Massimo e la Fondazione Dragotto in occasione del concerto di beneficenza del 21 dicembre 2024. Il sindaco ha specificato che “risulta depositato agli atti apposito contratto con il quale, a fronte di regolare pagamento per i servizi resi, la Fondazione Dragotto ha potuto fruire della sala e delle strutture tecniche necessarie allo svolgimento dello spettacolo”.
Le prestazioni artistiche dei complessi giovanili, che si sono esibiti all’evento, sono state offerte a titolo gratuito, dato il carattere benefico dell’iniziativa e la connotazione formativa degli allievi.
“Nessun ruolo formale”
Il sindaco ha evidenziato che si è trattato di un “ordinario rapporto contrattuale tra due autonomi soggetti giuridici, instaurato a livello amministrativo, senza alcuna autorizzazione da parte del consiglio di indirizzo del quale, già all’epoca dei fatti, faceva parte la dottoressa Marcella Cannariato”.
Lagalla ha concluso affermando che “a ragione dell’accertata incompetenza dell’organo collegiale, la consigliera non ha assunto alcun ruolo formale nella trattativa e nel connesso processo decisionale”. Per quanto esposto, conclude Lagalla, la posizione della consigliera indagata in un diverso procedimento risulta “nella fattispecie, estranea a qualunque interferenza direttamente o indirettamente riconducibile all’attività della Fondazione Teatro Massimo”.

