Ingroia e i suoi danno l'addio: | "Rivoluzione Civile si scioglie" - Live Sicilia

Ingroia e i suoi danno l’addio: | “Rivoluzione Civile si scioglie”

Antonio Ingroia

L'annuncio in un comunicato: "I soggetti che hanno dato vita a Rivoluzione Civile hanno deciso all'unanimità di considerare conclusa questa esperienza. Il risultato insoddisfacente delle elezioni politiche del febbraio scorso ha indotto ognuna delle componenti a una riflessione profonda della nuova fase politica al proprio interno".

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PALERMO- Come capita per la fine dei sogni troppi friabili, l’annuncio è dato da un prosaico comunicato che somiglia alla nota spesa dal pizzicagnolo. Eccolo: “I soggetti che hanno dato vita a Rivoluzione Civile hanno deciso all’unanimità di considerare conclusa questa esperienza. Il risultato insoddisfacente delle elezioni politiche del febbraio scorso ha indotto ognuna delle componenti a una riflessione profonda della nuova fase politica al proprio interno. Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell’immediato”.

“Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a RC e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell’Italia. Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell’etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto”.

Segue elenco dei firmatari:  Antonio Ingroia (Azione Civile), Angelo Bonelli (Verdi), Luigi De Magistris (Movimento Arancione), Oliviero Diliberto (Pdci), Antonio Di Pietro (Idv), Paolo Ferrero (Prc) e Leoluca Orlando (Rete2018).

I maligni diranno che le firme in calce richiamano il paesaggio di un cimitero degli elefanti. Antonio Ingroia è intrappolato nel reticolo delle esperienze di cui abbiamo letto e da un po’ ha perso quell’aura di vate che, per la verità, alcuni gli avevano attribuito, anche suo malgrado. Angelo Bonelli non è il papà di Tex. Di De Magistris si sa tutto. Pansa, con cattiveria, lo chiamava “Giggino il trombone”. Pure lui non se la passa benissimo. Diliberto ebbe un notevole successo mediatico dopo una disfida televisiva addirittura con Berlusconi. E basta. Di Pietro si è smarrito col suo caratteristico accento. Di Ferrero non si sentiva parlare più. Orlando sta tentando di rinascere dalle macerie, come sempre. Chissà se stavolta gli riuscirà.

Si legge benissimo, in controluce, una quantità infinita di rimpianti. “Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito”. E’ uno schiaffo a Bersani e al Pd. All’accordo che non c’è mai stato. Purtroppo per gli schiaffeggiatori, Bersani è ormai silenziato, impalpabile. Non risponderà. O lo farà con una vocina flebile. Che senso avrebbe, perciò, accanirsi da sconfitti collaterali contro lo Sconfitto supremo?

Poi c’è un altro intermezzo che colpisce: “Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell’immediato”. Qui c’è tutto lo spirito di sinistra – a guardarla con puntiglio – schiacciata dalla realtà e capace di immaginare “scelte strategiche future”, come se ci fosse davvero un domani per sperare. I soliti maligni direbbero: è la solita sinistra che si imita. E non c’è Crozza che tenga.

 


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