Lunedì 9 l'insediamento| Già partito il toto-presidente - Live Sicilia

Lunedì 9 l’insediamento| Già partito il toto-presidente

Il nuovo consiglio comunale dovrebbe insediarsi lunedì nove luglio e intanto già parte la corsa alla presidenza e alle vicepresidenze di Sala delle Lapidi. Orlando permettendo.

SALA DELLE LAPIDI
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La data è ormai fissata. A meno di clamorosi intoppi, il nuovo consiglio comunale di Palermo si insedierà lunedì 9 luglio e in quell’occasione, oltre al giuramento dei componenti di Sala delle Lapidi, si terrà anche quello del primo cittadino.

Un adempimento formale che sarà solo il primo atto della seduta che sarà diretta dal consigliere più anziano per voti, ovvero Giulio Tantillo del Pdl, ma che prevede poi anche l’elezione dell’ufficio di presidenza. E proprio sulla guida dell’Aula si giocherà la prima vera partita di questa consiliatura, con la maggioranza monocolore di Idv che, forte dei suoi 30 consiglieri, potrà dettare le regole e decidere se influire, e di quanto, anche sul nome che spetta alle minoranze.

L’ufficio di presidenza, infatti, è composto da un presidente, che solitamente spetta alla maggioranza, e da due vice, di cui il vicario va sempre alla maggioranza e il secondo invece alle opposizioni. Peccato che, questa volta, la maggioranza in questione sia composta da un solo partito, ovvero l’Idv, e che le opposizioni siano talmente frastagliate che difficilmente troverebbero un accordo su un solo nome.

Ufficialmente, non c’è ancora nulla di deciso. Sia i dipietristi che i democratici non hanno ancora indetto riunioni di partito per affrontare la questione, ma nel frattempo fioccano le indiscrezioni. Alcune di queste vorrebbero il sindaco pronto a cedere la vicepresidenza vicaria al blocco Pd-Udc, come segnale di distensione e soprattutto in vista di un ragionamento più complessivo che riguarderebbe le Regionali e passerebbe da un accordo anche per le commissioni e la giunta di Palazzo delle Aquile. Fantapolitica per il momento, ma sul tappeto ci sarebbero i nomi del centrista Giulio Cusumano, ex assessore della giunta Cammarata quando era in quota Mpa, e della democratica Teresa Piccione, che sarebbe sponsorizzata direttamente dal segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, che per la sua protetta avrebbe chiesto, in un primo momento, addirittura la presidenza. Ma alcune voci vorrebbero in pole position anche Antonella Monastra, figura di primo piano della sinistra palermitana che paga però lo scotto di aver sostenuto Ferrandelli alle ultime elezioni, senza dimenticare anche Rosario Filoramo, veterano d’Aula. Per la seconda vicepresidenza, invece, la scelta potrebbe ricadere sul Pdl, partito di punta dell’altro blocco delle minoranze composto anche da Grande Sud, Mpa e Cantiere popolare.

Sullo scranno più alto di Sala delle Lapidi, invece, la partita è più che mai aperta. Il nome di Francesco Bertolino, tra i fondatori di AddioPizzo, rischia di sparigliare le carte anche se per un ruolo così delicato, bisbigliano alcuni dipietristi, sarebbe meglio optare per un candidato che abbia un po’ di esperienza. La figura del presidente è infatti decisiva per lo svolgimento dei lavori d’Aula e per la capacità di mediazione fra le varie anime del consiglio. Per questo motivo Fausto Torta, coordinatore cittadino degli orlandiani, avrebbe meno chance dei vari Alberto Mangano, Totò Orlando, Aurelio Scavone o Nadia Spallitta, che dalla loro hanno anche un buon numero di preferenze.

Ma, dicono i ben informati, tutto dipenderà dal sindaco e dal suo entourage. Calcoli sottobanco e accordi trasversali, infatti, potrebbero saltare di colpo se Orlando decidesse di giocare un ruolo di primo piano nella partita togliendo ogni autonomia ai suoi. L’Aula prima procederà all’elezione del presidente e soltanto dopo, in contemporanea, a quella dei due vice. Con 30 consiglieri, quindi, il sindaco potrebbe risultare decisivo per tutte e tre le cariche e scartare a priori nomi poco graditi, rompendo le uova nel paniere a chi, specialmente nelle opposizioni, spera di poter essere eletto anche con una manciata di voti. “Concorderemo con il capogruppo di Idv (Aurelio Scavone, ndr) le modalità per l’elezione dei due vicepresidenti, nessuno pensi a fughe in avanti o a colpi di mano”, avverte Tantillo. Mentre Scavone precisa: “Come sempre guarderemo ai valori, niente cabotaggio o accorducci di bassa lega”. Ma la partita resta aperta e, probabilmente, verrà decisa in settimana.


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