PALERMO – Quella decisione è giuridicamente “immotivata”. Così, il Consiglio di giustizia amministrativa ha sospeso una serie di decreti firmati dall’ormai ex dirigente generale Anna Rosa Corsello con i quali venivano bloccati i finanziamenti dell’Avviso 20 a un ente di Formazione, l’Associazione “Nuovo cammino”. Una scelta operata dall’amministrazione come “recupero” delle somme concesse negli anni scorsi come “extrabudget”. La cosiddetta “compensazione” che avrebbe consentito a una serie di burocrati e politici condannati dalla Corte dei conti di provare a “eludere” un danno all’erario di milioni di euro.
La vicenda, si ricorderà, è recentemente finita anche in un’indagine della Corte dei Conti che ha condannato per danno erariale, tra gli altri, l’attuale segretario generale Patrizia Monterosso (a 1,3 milioni), l’ex governatore Raffaele Lombardo (220 mila euro) e un gruppo di ex assessori: Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Carmelo Incardona (830 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro), Salvatore di Francesca (108 mila euro) e l’ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro).
Il presunto danno all’erario, nello specifico, è legato all’abitudine di concedere negli anni, ad alcuni enti di Formazione, le cosiddette “integrazioni”. Somme che si aggiungevano a quelle previste inizialmente dal Piano dell’offerta formativa regionale. Quelle “integrazioni”, però, come ha sottolineato recentemente la Corte dei conti, sono illegittime. E hanno fatto scattare l’indagine dei magistrati contabili, culminata, come detto, nelle condanne a burocrati e amministratori.
La Regione, però, qualche mese fa ha provato a correre ai ripari. E “esemplare” è quanto accaduto nell’ottobre scorso. Con una lettera dai toni molto aspri, infatti, Patrizia Monterosso decideva di mettere in mora la Regione siciliana. E prometteva di “promuovere le opportune azioni legali, sia in sede civile che penale, per la tutela delle proprie ragioni e dei propri diritti”. L’avvertimento era indirizzato ad alcuni dirigenti in particolare. Si tratta dell’ex capo dipartimento Anna Rosa Corsello, e dei dirigenti del dipartimento Formazione, Marcello Maisano, Domenico Giubiliaro, Michele La Cagnina, Giuseppe Amodei, Giuseppa Picone. Con quella lettera, Patrizia Monterosso “invitava” i burocrati a far presto. A recuperare, insomma, le somme oggetto del “giudizio erariale” che allora era ancora pendente. Le somme dei cosiddetti “extrabudget”, appunto, elargiti a piene mani tra il 2007 e il 2010 agli enti di Formazione.
Così, per “evitare” il danno erariale, ecco la soluzione: si tratta dello strumento della compensazione. Gli enti che avevano ricevuto dall’assessorato, negli anni passati, le somme in “extrabudget” (contributi che integravano il primo finanziamento per i corsi) avrebbero dovuto restituire quei soldi anche attraverso il blocco dei finanziamenti dell’Avviso 20 o di altri, dei quali fossero destinatari. Come specificava la stessa Monterosso nella lettera inviata alla Corsello quasi un anno fa: “L’amministrazione regionale – scriveva – ha la possibilità di un comodo ed immediato recupero delle somme indebitamente erogate a titolo di integrazioni”. Sarebbe bastato operare attraverso la “compensazione di crediti legittimamente vantati dagli stessi enti formativi nei confronti della Regione siciliana a valere sui Prof successivi e sugli altri finanziamenti a qualsivoglia titolo ottenuti (Oif, sportelli multifunzionali, etc.)”.
Una soluzione che non ha evitato la condanna della Corte dei Conti, nonostante il Tar, in un primo momento, respingendo la richiesta di sospensione cautelare dei provvedimenti emessi dal dirigente generale, sembrava avesse in qualche modo “avallato” quel recupero. Ma il Cga, pochi giorni fa ha deciso diversamente. Accogliendo le richieste di uno degli enti coinvolti, l’Associazione Nuovo Cammion. Di uno di quegli enti, quindi, che si è visto “bloccare” i finanziamenti dell’Avviso 20: oltre 320 mila euro, a causa dell’erogazione, anni prima, degli extrabudget.
I giudici del Cga non entrano ancora nel merito della vicenda. Ma ribaltano la sentenza del Tar di pochi mesi fa, dando ragione all’associazione Nuovo Cammino, difesa dagli avvocati Salvatore e Luigi Raimondi. “Ritenuto che, – si legge nell’ordinanza – nei limiti della cognizione della fase, le determinazioni adottate dall’Amministrazione non appaiono sorretti da motivi di giustificazione in iure; ritenuto, anche in relazione al pericolo di danno grave ed attuale denunciato dalla difesa della parte appellante, che ricorrono le ragioni che possono giustificare la richiesta misura cautelare”, il Cga “accoglie l’appello e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, sospende i provvedimenti impugnati in prime cure”.
I provvedimenti sospesi, appunto, sono i decreti con i quali l’ex direttore Corsello aveva annullato i finanziamenti di “integrazione” (in questo caso del progetto ‘Dafne’ per un importo di 323.302,04 euro) e aveva deciso di “trattenere” lo stesso importo dalle “somme spettanti all’ente per la realizzazione di alcuni progetti a valere sull’Avviso 20”. La cosiddetta “compensazione”, appunto. La soluzione “comoda e immediata” suggerita dalla Monterosso per evitare il danno all’erario. Una soluzione per il momento “stoppata” dai giudici. In attesa della pioggia di ricorsi di tutti gli altri enti coinvolti in questo (ennesimo) pasticcio.