PALERMO – Un post arrivato come una liberazione, al termine di “giornate difficili”, e adesso la quiete dopo la tempesta: “Tutto è passato…”. Sono trascorse poche ore dal suo sfogo ‘social’ contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini per la gestione del caso Diciotti e per gli attacchi del vicepremier contro la magistratura che lo sta indagando, ma la voce di Ugo Forello al telefono è serena: “Governare non è facile, si può sbagliare soprattutto se si governa con una forza alternativa alla nostra”.
Si sente più leggero adesso?
“Non nego che siano state giornate difficili, ma ora tutto è passato. Ritengo che ci sia stato uno sbaglio nella gestione del caso Diciotti e che quel modo di operare non abbia portato agli obiettivi che il governo si era prefissato dal momento che l’Europa continua a rimanere sorda sulla questione migranti”.
Il suo post contro Salvini ha aperto una breccia nel muro di silenzio del M5s siciliano.
“Governare non è semplice e chi lo fa può anche sbagliare. Governare attraverso un accordo di governo con una forza che è alternativa alla nostra, poi, non è semplice e questo lo sapevamo fin dall’inizio”.
Non sfugge la sottolineatura sull’aggettivo “alternativa”.
“La Lega è e sarà sempre un partito alternativo al Movimento cinque stelle: per sensibilità nei confronti di certi temi e anche per i modi con cui agisce”.
E intanto la coesistenza al governo non sempre è facile.
“Spero che tutti gli obiettivi inseriti nel contratto di governo possano essere raggiunti e che questa attenzione quasi esasperata sull’immigrazione possa calare. I dati del 2018 dicono che gli sbarchi sono drasticamente calati, non c’è una emergenza migranti e quindi è bene che ci si occupi degli altri problemi del Paese”.
Dopo il post di ieri in tanti la accusano di vicinanza al Pd.
“Non è così. La mia lontananza dal Pd e dalla sinistra oggi è più forte e granitica. Siamo di fronte a una situazione pesante per molti e questa esasperazione che si registra fra la gente ha dei grandi responsabili: i governi precedenti e in particolare il Pd. Quel partito ha tutte le responsabilità della situazione di oggi. Hanno portato avanti per anni politiche ipocrite e incapaci di gestire il flusso migratorio, così hanno portato gli italiani a una esasperazione che ha causato anche un diminuzione di quella sensibilità che spesso ci viene riconosciuta”.
Insomma, le decisioni e le scelte di oggi sono un po’ il frutto di quanto accaduto ieri…
“Fu l’Italia di Renzi ad aprire i porti per ottenere maggiore flessibilità economica dall’Europa e oggi la situazione è difficilmente gestibile per questo. Altro che vicinanza al Pd, la mia rabbia e la mia lontananza nei confronti dei partiti tradizionali oggi è aumentata più che mai perchè ho compreso ancora di più la loro incapacità di governare che ha portato i cittadini all’esasperazione. I partiti di sinistra dovrebbero ritrovare la loro identità. I toni che vediamo oggi sono il frutto di anni di mancate risposte, ma tutto questo non significa che io non possa talvolta dissentire dall’azione dell’attuale governo”.
Qualcos’altro le ha dato fastidio, ad esempio l’attacco al procuratore di Agrigento.
“Non posso tollerare alcuna presa di posizione aggressiva contro la magistratura. Sono contento che Di Maio sia intervenuto sottolineando che i pm vanno rispettati. Stimo il procuratore Patronaggio, che per anni ha lavorato a Palermo e che sta svolgendo le sue doverose indagini. Le esternazioni di Salvini assomigliano troppo alle frasi che pronunciava Berlusconi sulla magistratura ma, ripeto, sono soddifatto dell’intervento di Di Maio che ha espresso piena fiducia nelle toghe”.
La sua critica a Salvini riporta alla mente il lungo scontro con il consigliere comunale Igor Gelarda, che vi ha lasciato per andare col Carroccio. Un tira e molla andato avanti per lungo tempo, si è sentito un po’ abbandonato dai vertici del movimento?
“Ritengo di avere sempre avuto l’appoggio e la fiducia del movimento, infatti Gelarda è andato via dopo avere contattato i vertici M5s che evidentemente non hanno dato seguito alle sue richieste. Credo che se fosse rimasto prima o poi si sarebbe arrivati alla sua espulsione”.
Torniamo al movimento, tira una brutta aria per chi contesta qualche decisione dall’alto?
“E’ un momento particolare, di forte stress anche emotivo per via della tragedia di Genova. Non c’è dubbio che la convivenza con la Lega si basi su difficili equilibri ma è anche una opportunità che il movimento ha per crescere e consolidarsi. Da noi c’è una dialettica più autentica e vivace rispetto al Carroccio, dove esiste il pensiero unico e la visione resta comunque di stampo antagonista. Personalmente sono in una fase post ideologica e credo che certi temi, come il rispetto dei diritti delle persone, non siano affare soltanto di una parte politica ma di tutti”.
A Palermo, invece, è ormai scontro aperto con il sindaco Orlando.
“Ha un grande limite: non accetta critiche e quando queste arrivano risponde con violenza. Abbiamo portato avanti delle denunce basate sui documenti e ci ha accusato di tutto. Orlando assume paradossalmente i toni propri di chi è spesso oggetto delle sue critiche: Salvini. Ci ha accusato di essere degli sciacalli e di fare allarmismo ma la verità è che la città è in abbandono e in rovina, gli effetti dell’ultimo nubifragio ne sono prova”.
Cosa può fare un sindaco contro un nubifragio?
“Orlando nel 2016 parlò dell’inizio dei lavori delle tre vasche di Partanna-Mondello che dovrebbero evitare gli allagamenti, siamo nel 2018 e la situazione a Mondello è peggio di prima. C’è poi la spinosa questione dei ponti”.
La conferenza stampa di Orlando non vi ha convinto?
“Per niente, ha soltanto annunciato degli interventi che erano già previsti nel Piano triennale delle opere pubbliche. Basta andare a vedere la situazione di alcune strutture per capire il grado di deterioramento e infatti nessuno dell’Amministrazione ha potuto sostenere con certezza che i ponti sono sicuri, neanche il sindaco. Questo proprio perchè non lo sono. La verità è che siamo in uno stato di agonia e che cerca di denunciarlo viene criticato con toni irrispettosi”.
Pensi che in città c’è chi è convinto di un vostro dialogo sotterraneo.
“Rido ogni volta che leggo questa favola. Avevo 15 anni quando incontrai per la prima volta Orlando in veste di sindaco e non nego che per un periodo ho creduto nell’esperienza de ‘La Rete’, ma sono passati tanti anni. Oggi Orlando rappresenta un tappo per Palermo. E’ espressione di tutti i limiti della nostra città, su tutti la voglia di delegare dei palermitani”.
Scontri anche con il capogruppo di Sinistra comune Catania, che ieri l’ha invitata a passare dalle parole ai fatti lavorando per rompere con la Lega.
“Preferirei rispondere a politici più seri rispetto a chi nel corso della pausa di ferragosto non ha fatto altro che denigrare una collega con modalità e forme che si commentano da sole. Da una figura così, inesistente come realtà politica, non accetto nè consigli nè lezioni”.
Il riferimento è alla vicenda di Giulia Argiroffi, non crede che da parte della consigliera ci sia stata troppa leggerezza nel non indicare l’incarico di direttore tecnico del consorzio edile ‘Aerdas’ sul curriculum fornito poi al Comune per la pubblicazione?
“Giulia Argiroffi non si è mai occupata di attività o argomenti che fossero direttamente riferibili al suo mestiere di architetto: nè in Consiglio, nè in commissione, nè nel movimento. Non c’è mai stata incompatibilità. Si è voluto creare un polverone, come sempre accade quando ci si occupa di un esponente M5s. Veniamo passati ai raggi X e qualora si trovi qualcosa che possa creare anche un lontano dubbio nascono subito le polemiche. Giulia, lo ripeto, non ha mai partecipato a discussioni o a votazioni che potessero avere una qualsiasi influenza rispetto al suo lavoro”.