Probabilmente – nella famosa cena dell’orata – Raffaele Lombardo e Massimo D’Alema si saranno pure fatti reciproca simpatia. C’è in entrambi una vena distruttiva che li accomuna. Una specie di incrollabile fede nel motto: “Dopo di me il diluvio”. Entrambi si ritengono indispensabili.
Raffaele Lombardo spacca per necessità, con l’accuratezza del vaso di coccio tra i vasi di ferro, stando bene attento, cioè, a non finire in mille pezzi. Illumina le contraddizioni nel campo del suo interlocutore e si presenta come un affabile diavolo tentatore. Massimo D’Alema ha la vocazione del fuoco amico. Dalla caduta del governo Prodi alla bicamerale la storia è evidente. D’Alema – dicono i suoi – è un grande stratega teorico che, in pratica, difficilmente ne imbrocca una. Si saranno fatti simpatia in quanto irregolari? In quanto animali politici che non si lasciano intruppare in greggi o convogli? Si saranno riconosciuti figli dello stesso istinto, accomunati da quel sottile disprezzo per il resto del mondo, che è la loro cifra esistenziale prima che politica, ben espresso dalla tipica smorfia sardonica sul ciglio tremolante dei baffi?
Chissà. Oggi sembra che la cena dell’orata sia rimasta lettera morta e che le pietanze cucinate dal governatore mai potranno trovare riposo sul tavolo del Pd. Scrive, in sintesi, il segretario regionale pidino Giuseppe Lupo, in una lettera pubblicata sul “Giornale di Sicilia”: “Gli appelli alla collaborazione rivolti all’opposizione non sono credibili. Il Partito Democratico continuerà a svolgere il proprio ruolo di opposizione al governo regionale”. Messa così sembrerebbe l’ennesima porta in faccia chiusa al governatore e alla sua terapia di intese a sinistra contro la crisi, in nome di una “prospettiva di governo alternativa alla destra”. E dunque saremmo alla classica dicotomia pidina. Da una parte alcuni eletti e i lumiani ristretti in quadrato – Cracolici in testa – che rimarrebbero possibilisti circa una futuribile intesa. Dall’altra la linea del Partito Democratico espressa dagli organismi deputati a esprimerla e attestata sul fronte del niet. Sembrerebbe, infatti. Perchè anche la pattuglia all’Ars del centrosinistra ha premesso che prima di discutere sarebbe necessaria una preliminare dichiarazione di fallimento del centrodestra, ufficializzata dal governatore. E, in fondo, nella missiva di Lupo, a leggerla con attenzione, si parla proprio di quel fallimento, di “alternativa”. Ecco perchè se arrivasse un chiaro segnale di discontinuità dal governatore, forse le carte in tavola potrebbero essere mischiate da una mano diversa. E l’orata guizzerebbe alla ribalta, visto che il Pd non pare proprio convinto, in questa fase, di volere affrontare l’alta marea di nuove elezioni.
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