Intossicazioni da tonno, nuovi casi| Controlli in bancarelle e ristoranti - Live Sicilia

Intossicazioni da tonno, nuovi casi| Controlli in bancarelle e ristoranti

Pazienti con sintomi "tipici" al Civico, Policlinico e Villa Sofia. E a rischio c'è anche il sushi.

PALERMO – Mal di testa, nausea, rossore della pelle su viso e collo, nei casi più gravi anche edema della glottide con rischio di soffocamento, che prevede cure a base di cortisone ed antistaminici. Sono i sintomi accusati da chi negli ultimi giorni si è recato nei pronto soccorso della città dopo aver mangiato del tonno. I pazienti sono stati sottoposti alle cure dei medici del Civico e del Policlinico, dove si registrano in tutto dodici casi: la maggior parte di loro aveva comprato il tonno tra le bancarelle dei mercati rionali e l’aveva cucinato a casa: ad avere i sintomi della sindrome sgombroide sono spesso i componenti di uno stesso nucleo familiare, proprio come è avvenuto al Civico.

Ma un altro caso si è registrato anche all’ospedale di Villa Sofia, dove è stato ricoverato un uomo, poi dimesso come tutti gli altri, dopo le cure e gli accertamenti sanitari. Le verifiche dell’Asp nel frattempo sono in corso, così come i controlli dei carabinieri del Nas e della Capitaneria di porto, che già la scorsa settimana ha sequestrato tre tonnellate di tonno rosso. Si trovavano all’interno di un furgone il quale conducente stava percorrendo viale Regione Siciliana. I militari hanno accertato che era destinato alla vendita abusiva. “Si tratta di un’attività di controllo programmata – spiegano – che continuerà ad essere effettuata in modo costante per scongiurare qualunque pericolo alla salute pubblica e, allo stesso tempo, per preservare lo stock delle risorse ittiche”.

Il tonno, infatti, per essere messo in vendita, necessita di opportuni controlli sanitari. Spesso l’apparenza inganna e, nonostante l’aspetto gradevole, il prodotto può essere contaminato. In questo caso il pesce sembra fresco perché conserva il suo colore, ma in realtà contiene istamina, una sostanza che si forma negli organismi quando cominciano a decomporsi e che può causare seri problemi alla salute. E spesso, cucinare il pesce non basta: la sostanza risulta presente anche dopo la cottura.

Il tonno può provenire anche da pesca legale, ma se viene conservato male o la catena del freddo viene interrotta, il rischio di un’intossicazione da stamina aumenta notevolmente”, spiegano i Nas, che in questo periodo hanno intensificato i controlli in pescherie, ristoranti – compresi quelli di sushi – e rivendite ambulanti. Sarebbero queste ultime quelle più “pericolose”, in cui è spesso possibile acquistare prodotti a basso costo, che non garantisce né sicurezza, né qualità. “In media – sottolineano – il tonno rosso viene venduto a venti euro al chilo, è quindi bene non acquistare il pesce proposto a meno di dieci euro, potrebbe essere avariato e provocare gravi problemi di salute, specie per i soggetti più sensibili. Bisogna fare molta attenzione”.


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