07 Gennaio 2015, 19:58
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GIARRE. Sta impazzando sul web, creando rabbia e indignazione soprattutto tra i residenti della zona, il video choc di una violenta lite tra immigrati in pieno centro storico a Giarre. A lasciare sconcertati è che la scena, ripresa con un cellulare da un palazzo vicino, accade all’interno del palazzo di via Alcide De Gasperi, di proprietà dell’Ipab Bonaventura, struttura di accoglienza per gli immigrati gestita dalla cooperativa Ambiente e Benessere di Mascali. Nel video di un minuto tre immigrati si colpiscono duramente in terrazza, in pieno giorno, a colpi di bastoni e sedie, fino a quando non vengono separati. Nel corso della violenta lite pezzi di sedia precipitano in strada dal palazzo. Tutto ciò accade senza che nessuno tra gli operatori della struttura intervenga.
“Sono indignato nel vedere queste scene di violenza all’interno del palazzo di via De Gasperi, sede istituzionale dell’opera pia – commenta il commissario straordinario dell’Ipab Bonaventura Salvatore Jervolino – Ritengo che certe situazioni non debbano avvenire o quanto meno chi assiste queste persone deve vigilare ed aiutare coloro che ne hanno bisogno. Nel video –prosegue Jervolino – non si vede nessuna figura professionale che intervenga in un momento di violenza inaudita, a rischio che qualcuno possa anche perdere la vita”.
Una scena che non sarebbe isolata. Alcuni residenti delle vie limitrofe avrebbero raccontato di liti e urla continue, provenienti da quel palazzo di via De Gasperi. E adesso gli stessi residenti chiedono più controlli in quella struttura.
Il commissario Jervolino, che ha già citato in giudizio la cooperativa mascalese, annuncia possibili nuove azioni legali.
“Ho dato mandato ai miei avvocati di valutare se l’ente che mi onoro di rappresentare debba adire l’autorità giudiziaria – dichiara Salvatore Jervolino – In udienza è stato scritto dalla cooperativa Ambiente e Benessere che attendevano un’autorizzazione per assistere gli immigrati. Le scene di violenza nel video mi portano a farmi una domanda e credo che anche la società civile faccia lo stesso. E’ questo – conclude il commissario straordinario – il tipo di assistenza che si deve fare nei confronti di queste persone che provengono già da situazioni molto difficili nei loro paesi?”.
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07 Gennaio 2015, 19:58