Irsap, Cassazione dà torto a Cicero | "Non poteva licenziare un dirigente" - Live Sicilia

Irsap, Cassazione dà torto a Cicero | “Non poteva licenziare un dirigente”

L'avvocato Girolamo Rubino

Salvatore Callari era stato licenziato in tronco dall'allora commissario straordinario. Il tribunale lo aveva sempre riammesso a lavoro, ma l'attuale guida dell'ente regionale per le attività produttive si era opposto tutte le volte. La replica di Cicero.

La sentenza
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PALERMO – Anche per la Cassazione quel licenziamento era illegittimo. Salvatore Callari, dirigente tecnico presso il Consorzio Asi di Agrigento, aveva subito il recesso dal rapporto di lavoro con un provvedimento dell’allora commissario straordinario Alfonso Cicero. Il Tribunale di Agrigento lo aveva però prontamente reintegrato accogliendo un ricorso patrocinato dagli avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, con conseguente condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno in misura pari alla retribuzione globale dalla data del licenziamento alla data dell’effettiva reintegrazione, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali e oltre la condanna alle spese legali, liquidate in euro duemilacinquecento oltre accessori. Insomma, il dipendente dell’Asi avrebbe ricrvuto lo stipendio anche per il periodo in cui è stato costretto a non recarsi a lavoro.

Il giudice del Lavoro di Agrigento aveva infatti definito “non giustificato il licenziamento posto in essere per ragioni meramente pretestuose, al limite della discriminazione, ovvero anche del tutto irrispettoso delle regole procedimentali che assicurano la correttezza dell’esercizio del diritto”; ed ancora aveva sottolineato che, nonostante l’istruttoria avesse escluso la sussitenza di una qualsiasi forma di responsabilità disciplinare, il Commissario straordinario aveva ugualmente ritenuto di recedere con effetto immediato dal rapporto di lavoro con il ricorrente.

Il Consorzio Asi di Agrigento in liquidazione ha proposto un reclamo davanti la Corte di Appello di Palermo per la riforma della sentenza del Tribunale di Agrigento favorevole al Callari; quest’ultimo si costituiva in giudizio anche in appello, sempre con il patrocinio degli avvocati Rubino e La Loggia, per chiedere il rigetto del reclamo e la conferma della sentenza di primo grado. Anche la Corte d’Appello dava ragione al Callari condividendo la tesi sostenuta dai legali, secondo cui il procedimento disciplinare avrebbe dovuto essere istruito in forma collegiale dall’Ufficio procedimenti disciplinari ed anche il provvedimento finale avrebbe dovuto essere adottato dal predetto organismo, e non già dal Commissario Straordinario.

Ma non finiva qui. Il Consorzio Asi in liquidazione di Agrigento, in persona del legale rappresentante Cicero, proponeva infine un ricorso davanti la Suprema Corte di Cassazione. Ma anche la Corte di Cassazione si pronunziava in senso sfavorevole al Consorzio, confermando la nullità del licenziamento disciplinare e condannando il consorzio anche al pagamento delle spese legali, liquidate in 3.500 euro.

La replica di Cicero

“Le gravi contestazioni che hanno originato i licenziamenti di Salvatore Callari e di altri dirigenti del Consorzio Asi di Agrigento, sono le stesse che hanno fatto scaturire un procedimento penale attivato dalla procura della repubblica di Agrigento nei confronti dei medesimi per abuso d’ufficio e altri reati. Procedimento penale in cui sono coinvolti anche diversi ex amministratori per altri reati. Il 28 aprile di quest’anno il pubblico ministero ha chiesto la condanna per Callari ad un anno di reclusione, in atto sotto processo innanzi al GUP di Agrigento, a seguito delle mie denunce presentate nel 2012 quando ricoprivo l’incarico di Commissario dell’Asi di Agrigento. Apprendo, adesso, dalla stampa la decisione della Cassazione di cui non conosco la motivazione. Comunque, dai precedenti gradi di giudizio vi è la netta conferma che i giudici non hanno potuto verificare nessuna delle molteplici contestazioni addebitate al Callari e agli altri dirigenti per meri vizi formali attuati da alcuni componenti dell’ufficio disciplinare dell’Asi di Agrigento, che ho debitamente denunciati all’autorità giudiziaria, che con il loro comportamento palesemente omissivo hanno “viziato” l’iter disciplinare con la conseguenza di non permettere ai giudici del lavoro di accertare le numerose e gravi violazioni di legge commesse dal Callari e dagli altri dirigenti”. Lo dichiara l’ex commissario dell’Irsap Alfonso Cicero.

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