CATANIA – I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Catania, unitamente ai colleghi del Nas, nel corso di servizi finalizzati al contrasto del fenomeno del lavoro nero presso “case di riposo” e “comunità alloggio per anziani”, d’intesa con il dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro di Catania, Dott. Fausto Piazza, hanno sottoposto a controllo una comunità alloggio dove erano ospitati 11 anziani su 9 autorizzati dal Comune di Catania, e hanno rilevato complessivamente la presenza di 5 lavoratori privi di alcuna tutela assicurativa e previdenziale, ovvero completamente in nero.
Avendo riscontrato una percentuale di lavoratori in nero pari o superiore al 20% della forza lavoro presente, i militari hanno intimato la sospensione dell’attività imprenditoriale alla ditta che dovrà ora regolarizzare la posizione delle maestranze trovate, come previsto dal testo unico 81/2008 a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così come recentemente modificato a dicembre 2013.
I lavoratori “in nero” trovati sono stati in tutto cinque e all’interno della struttura, al momento del controllo, non era presente alcun soggetto abilitato a svolgere le mansioni di assistente tutelare. La titolare della comunità ha aumentato arbitrariamente la ricettività massima della comunità portando da 9 a 12 i posti letto per gli alloggiati (con i conseguenti guadagni). Sul posto è anche intervenuto il personale del ASP e dei Servizi Sociali del Comune di Catania i quali hanno proceduto, per quanto di rispettiva competenza, ai fini sia autorizzativi sia di accreditamento.
La titolare avrà ora l’obbligo di contattare i familiari degli alloggiati per il loro trasferimento in altre strutture idonee. Alcuni datori di lavoro approfittano dello stato di necessità del lavoratore subordinato che – specie in questi tempi di difficoltà economiche – accetta di lavorare in nero pur di lavorare con i conseguenti immaginabili rischi oggi in caso d’infortunio e domani all’atto del pensionamento quando l’INPS non riconoscerà la giusta pensione non ritrovando i versamenti contributivi. I lavoratori trovati non erano stati formati ed informati sui rischi della specifica mansione svolta, percepivano un compenso giornaliero di circa 20,00 euro, naturalmente in nero, alcuni non usufruivano del riposo settimanale altri ancora superavano l’orario massimo di 8 ore di lavoro notturno.
A conclusione dell’attività la titolare è stata deferita all’Autorità Giudiziaria, sono state contestate sanzioni amministrative e ammende per complessivi euro 60.000 e recuperati contributi assistenziali ed assicurativi per circa 13.000 euro per la presenza di lavoratori “in nero”. Continuerà anche nei prossimi giorni l’attività ispettiva, puntuale e incessante, e sono ovviamente in programma il cambio delle fasce orarie e la variazione degli obiettivi, al fine di garantire la massima equità in ogni settore produttivo.