PALERMO – Italia Viva dice addio a Leoluca Orlando. O, probabilmente, prova soltanto ad anticipare quello che succederà da qui a breve, cioè quando il sindaco si riunirà con i suoi assessori (tranne i renziani) per un vertice sulla situazione politica del comune di Palermo. La crisi apertasi giovedì si inasprisce e, fallito ogni tentativo di mediazione con il primo cittadino, Davide Faraone passa al contrattacco e chiede l’azzeramento di tutta la giunta.
La nota, firmata dai capigruppo in consiglio comunale Dario Chinnici e Gianluca Inzerillo, chiede a Orlando non solo di cambiare tutti gli assessori ma anche di cambiare maggioranza: addio al patto del 2017 e alla coalizione di centrosinistra per fare spazio a una coalizione sul “modello Draghi” con tutti dentro. “Crediamo sia il momento che il sindaco Orlando azzeri l’attuale giunta di governo e dia vita a una squadra nuova in cui tutte le forze politiche e sociali indossino la maglia rosanero – si legge nella nota – Faccia un appello a tutti e verifichi chi sarà disponibile a dare una mano”.
I renziani dicono di lavorare non al dopo-Orlando ma al dopo-Covid e quindi propongono uno schema già applicato con successo a Roma, attraverso una coalizione talmente larga da comprendere quasi tutti. “Una squadra della città – spiegano – con un progetto chiaro: non il dopo-Orlando ma il dopo-Covid, il futuro di Palermo. Una squadra che coinvolga tutte le forze politiche in consiglio comunale e la società intera. Una squadra che sia riconosciuta per competenza e non per appartenenza, che sia dei migliori, che sia quella in cui tutte le palermitane e i palermitani possano fare il tifo”.
“Il sindaco Orlando – conclude la nota – ha una grande responsabilità, sta a lui decidere se aprire una stagione nuova, se essere il ‘Draghi’ di Palermo e traghettare la città verso il futuro o, ma noi non ci saremo, rimanere ancorato a schemi del passato. Italia Viva, a Roma e a Palermo, c’è solo se da oggi tutti quanti ci si impegna per costruire la massima unità politica al Comune su un cronoprogramma di cose concrete da fare per uscire dall’emergenza sanitaria ed economica, e su una nuova squadra che sia all’altezza delle sfide di domani. Noi abbiamo a cuore Palermo, il resto non ci interessa”.
Un invito che, sembra abbastanza scontato, il sindaco respingerà sancendo di fatto la formale rottura della coalizione: bisognerà solo capire se sarà Iv a ritirare gli assessori o Orlando a cacciarli, secondo un copione che si ripeterà anche nelle partecipate. A quel punto si apriranno mille incognite: la maggioranza in consiglio comunale non avrà più i numeri e il Professore dovrà decidere se fare il sindaco di minoranza o allargare la coalizione. A meno di (assai improbabili) colpi di scena e ripensamenti.