PALERMO – I familiari e la comunità nigeriana voglio che Bose riposi nella sua terra. Vogliono che il corpo della loro connazionale venga sepolto in Nigeria, il paese che aveva lasciato, qualche anno fa, per tentare di dare una svolta alla propria vita. Bose Uwadia, l’africana 37enne uccisa e abbandonata vicino al cimitero di Custonaci, ha infatti avuto un atroce destino, quello di essere strangolata. Il suo corpo senza vita era stato trovato la vigilia di Natale. Non aveva documenti addosso.
Risalire a lei si era rivelato complicato per i carabinieri, che grazie alla denuncia di scomparsa da parte del compagno, erano riusciti, l’indomani, a dare un nome a quel cadavere. Quando la notizia è arrivata a Palermo, dove Bose abitava con l’uomo e le sue due gemelline di quattro anni, la comunità nigeriana è stata catapultata nello sconforto. Un altro omicidio, una ltro ferocisissimo episodio segnava una ferita profondissima nella storia dei loro connazionali a Palermo.
Eppure Bose ci aveva provato ad avere una vita nuova. Si faceva chiamare Jennifer nella zona del policlinico dove viveva. le volevano bene tutti, le sue bambine erano quotidianamente al centro di complimenti, baci e abbracci di tenerezza. Per tutti era una casalinga allegra, la si vedeva quando andava a fare la spesa nella zona. Ma di sera prendeva il pullman e andava a Trapani, dove si prostituiva. All’alba tornava a casa.
Un incontro con qualcuno senza pietà l’ha strappata dalle braccia delle sue bambine, dalle quali non tornerà mai più. Ma adesso, chi la amava, lancia un appelo per far almeno tornare la salma in Africa. E servono soldi. “Un aiuto pubblico – dicono i volantini appesi tra corso Tukory e via Perez – che ci permetta di riportare Bose in Africa. Chiediamo assistenza, chiediamo una mano”. Sotto, i numeri di telefono ai quali rivolgersi per aiutare la comunità nigeriana. 328.097281, è quello del presidente della comunità.