PALERMO – I colpi che hanno ucciso Baldassare Licari sono stati sparati con due pistole diverse. Una 357 magnum e una calibro 22. Il particolare emerge dall’autopsia e rappresenta un’ulteriore conferma che i killer erano due. E intanto si indaga pure su possibili giri di denaro. Dei prestiti fatti da Licari e di cui avrebbe discusso con qualcuno qualche giorno prima del delitto.
Un uomo tranquillo, tutto casa e lavoro. Così la moglie e i figli descrivono la vittima freddata a Montelepre. Sarebbero stati loro, però, a indirizzare le indagini su questioni legate al denaro. Da pochi mesi Licari, 64 anni, era andato in pensione. Coltivare l’orto in campagna era diventato il suo passatempo. Pochissime distrazioni nella sua vita. Eppure qualcuno ha deciso di ammazzarlo. Qualcuno con cui si era dato appuntamento. Hanno bevuto un caffè insieme nella casa di campagna e poi è successo il finimondo. I suoi assassini lo hanno prima ferito, poi inseguito e infine ammazzato. Cinque colpi di pistola. Quello di grazia sparato alla testa mentre Licari, ex cantoniere della Provincia, era ormai riuscito a salire in macchina nel disperato tentativo di fuggire. Prima aveva certamente provato a difendersi con un grosso paio di forbici.
Potrebbe avere ferito i suoi assassini e così gli uomini della scientifica hanno prelevato tuti i campioni del sangue sparso per la casa. Saranno estratti dei porfili genetici da confrontare con quelli di alcuni sospettati. Nella vita di Licari non c’erano brutte frequentazioni. Non sono finora emersi contatti con ambienti della criminalità, mafiosa e non. Ci sono state però delle tensioni con i vicini. Due in particolare. Licari ha denunciato un uomo per una faccenda di confini terrieri. L’uomo è stato interrogato e ha fornito un alibi. La vittima era pure finita sotto processo per violazioni di domicilio. L’anno scorso si presentò a casa di un vicino pretendendo che togliesse di mezzo un recipiente per la raccolta dell’acqua. Il dibattimento sarebbe iniziato il prossimo 21 novembre.
Queste o altre tensioni possono essere alla base di un delitto così efferato? Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Dario Scaletta e dal capo della Sezione omicidi della Squadra Mobile di Palermo, Carmine Mosca, nutrono forti dubbi. Ecco perché nessuna pista viene esclusa. Neppure quella secondo cui Licari potrebbe essere stato ammazzato per avere visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Tra i suoi compiti di cantoniere, infatti, c’era anche la vigilanza sulla strada provinciale che collega Montelepre a Partinico. Oppure dei soldi che Licari potrebbe avere prestato a qualcuno da cui avrebbe preteso interessi salati. Seppure sussurrata spunta la parola usura.