RAMACCA (CATANIA) – Una sfilza di incongruenze. Contraddizioni. Un racconto che non convince per nulla. È partita da qui l’indagine che ha portato al fermo di due uomini di nazionalità romena, accusati di omicidio per la morte della 25enne Vera Schiopu.
La giovane originaria della Moldavia, è stata trovata morta, impiccata (secondo la versione dei due fermati) all’interno di un rustico di contrada Polmone, territorio di Ramacca. A chiamare i carabinieri è stato l’amico del fidanzato trentenne. L’ipotesi è che i due abbiano inscenato il suicido per coprire l’assassinio di Vera.
La presenza di escoriazioni in alcune parti del corpo e di tracce di sangue. E la corda stretta attorno al collo della donna troppo poco resistente per sostenere il peso della vittima che non era appesa a una trave, ma a un punto più basso, con i piedi che sfioravano il pavimento. Sono state le prime incongruenze notate dai carabinieri intervenuti dopo l’allarme lanciato, dal fidanzato 33enne della vittima e dall’amico 31enne dell’uomo.
Oscuro il possibile movente. Sulla vicenda la Procura di Caltagirone ha imposto la consegna del silenzio.
La Procura di Caltagirone, che coordina l’inchiesta con il capo facente funzioni Alberto Santisi e il sostituto Alessandro Di Fede, depositerà oggi la richiesta di convalida al gip. Sempre oggi dovrebbero essere conferiti gli incarichi medico legali per eseguire l’autopsia, esame che potrebbe rivelarsi dirimente su dinamica e causa del decesso della 25enne, che potrebbe essere in programma già domani.
La vittima era molto presente sui social
La vittima era molto presente su Facebook e su Instagram, ma negli ultimi giorni era particolarmente attiva su Tik Tok. Sulla piattaforma social aveva postato numerosi video con il suo ragazzo. Adesso, entro 48 ore dal fermo, la Procura di Caltagirone dovrà stabilire se chiedere o meno la convalida e un’eventuale ordinanza di custodia cautelare per i due fermati.
Le indagini dei carabinieri di Palagonia
Attualmente il riserbo è assoluto. Sul caso stanno indagando gli uomini della Compagnia di Palagonia. Nelle scorse ore si sarebbero svolti alcuni interrogatori di persone presumibilmente informate sui fatti. Si apprende che la giovane e il suo ragazzo non frequentavano Ramacca. In paese anzi non li conosceva quasi nessuno. Anche le loro interazioni sui social confermano contatti soprattutto con persone appartenenti alla comunità rumena e moldava.
Il legale degli indagati: autopsia farà chiarezza
“Le comunità romena e moldava sono molto integrate tra loro. Ho sentito la moglie di uno dei due indagati che mi ha detto che non c’erano precedenti particolari, nessun segnale. Ma girava la voce che nei mesi scorsi la donna avesse tentato il suicidio, tagliandosi le vene. Una circostanza che, se fosse vera, potrà essere confermata dall’autopsia”.
Lo ha dichiarato l’avvocato Alessandro La Pertosa, del foro di Catania, legale di fiducia dei due giovani romeni. “Al momento – aggiunge il penalista parlando con l’ANSA – non ho alcun provvedimento, non mi sono stati notificati atti. Sto per entrare nel carcere di Caltagirone per avere informazioni e parlare con i miei assistiti. Poi valuterò le iniziative da adottare”.
Il penalista era già il difensore del 31enne romeno amico del suo connazionale 33enne che era il fidanzato della vittima. Sono stati i due chiamare il 112 per segnalare il ritrovamento del corpo della donna dicendo che era stato un suicidio. Il 31enne in passato era stato coinvolto in indagini su furto di gasolio, risalenti a più di quattro anni fa, e anche il fidanzato della Moldava era stato denunciato per minacce legate, pare, allo stesso tipo di reato.