Palermo: la bolletta, la dentiera e il tentato omicidio. "Sono pentito"

La bolletta, la dentiera e il tentato omicidio: “Sono pentito”

In aula l'anziano che fece fuoco contro due affittuari
IL CASO
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PALERMO – “Se non fosse stato per quella maledetta pistola, ho sbagliato. Sono pentito”, dice in aula Vincenzo Cusumano, 77 anni, imputato per tentato omicidio. Davanti al tribunale ribadisce, però, di avere sparato per difendersi.

L’anno scorso fece fuoco contro con due clienti del suo residence a Cinisi. Il costo della bolletta scatenò la follia. Tirò fuori una pistola detenuta legalmente – anche se non aveva il permesso di portarla in giro – e colpì padre e figlio all’addome e all’inguine. Cusumano, difeso dagli avvocati Aldo Ruffino e Paolo Grillo, ha ripetuto di essere stato aggredito dai due affittuari: un ex dipendente dell’Amat in pensione e il figlio che lavora per una ditta di rimozioni auto.

Da anni le vittime trascorrevano le vacanze nel residence in via Porrazzi composto da dieci villette. Gli altri inquilini erano sospettosi: contestavano i costi delle bollette, alte per tutti tranne per padre e figlio.

L’ex dipendente dell’Amat si sarebbe rifiutato di pagare di più e avrebbe colpito Cusumano con un pugno. “Ho avuto paura e mi sono difeso – racconta l’anziano -. Mi hanno ferito al volto”. Un pugno talmente forte da mandare in frantumi la sua dentiera. Oggi si dice pentito del gesto, chiede scusa ma spiega di avere temuto per la sua vita: “Stavano per aggredirmi”.


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