La caccia all'oro rosso| Boom di furti in città - Live Sicilia

La caccia all’oro rosso| Boom di furti in città

Sessantanove i lampioni che l'Amg ha dovuto spegnere nel capoluogo. Elevatissimi i costi aziendali per il ripristino degli impianti. Quasi trentamila i metri di cavi rubati dall'inizio dell'anno, e il fenomeno si trasforma in una vera e propria emergenza

IL FENOMENO
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PALERMO – Il numero di furti di rame continua a lievitare in città e il fenomeno si trasforma in una vera e propria emergenza. Circa trentamila i metri di “oro rosso” di cui i malviventi si sono impossessati dall’inizio dell’anno, decine i punti luce che l’Amg – l’azienda che gestisce il servizio pubblico d’illuminazione in città – è stata costretta a spegnere per i gravi danneggiamenti di numerosi impianti.

Una situazione che si traduce in costi aziendali elevatissimi, considerando anche che le polizze assicurative coprono solo in minima parte i danni. Da non sottovalutare, inoltre, il rallentamento delle attività di manutenzione ordinaria assicurate in città, provocato proprio dagli interventi straordinari sugli impianti in cui i ladri entrano in azione: negli ultimi mesi, infatti, si è spesso verificata la necessità di dirottare le squadre degli operai per effettuare il ripristino.

Frequenti, ovviamente, i disagi per i cittadini costretti a convivere con il buio delle strade in cui abitano: decine le telefonate arrivate negli ultimi mesi all’Amg, il cui presidente ha lanciato l’allarme nel corso di una conferenza stampa organizzata ad aprile. Da allora ad oggi, però, la situazione non è cambiata. Anzi. I furti non si sono placati ed hanno riguardato i siti più disparati, dalle ferrovie ai cimiteri, fino ad una ex base Nato, com’è successo soltanto poche ore fa.

“C’e’ una regia dietro questa impennata di furti – ha detto Arcuri – ed è quella della mafia. Sembra ormai ovvio che sia la mano della criminalità organizzata a gestire la commercializzazione del rame sul mercato nero”. Per fronteggiare l’emergenza l’azienda di via Gravina ha messo in campo misure straordinarie, che si sono aggiunte a quelle già adottate: dalla saldatura dei coperchi dei pozzetti all’uso di materiale inerte, come la sabbia, per bloccare i cavi e renderne difficile l’estrazione dai cavidotti. La società è pronta ad adottare una soluzione radicale: l’uso di cavi in alluminio, che sostituiranno quelli con anima in rame, per i nuovi impianti di illuminazione. Una soluzione conveniente anche dal punto di vista economico, dal momento che il costo dell’alluminio è inferiore a quello del rame.

Quest’ultimo, ha un costo di circa 485 euro a chilometro, ma nel mercato nero viene rivenduto ad almeno 145. Un business che faceva gola ai sette palermitani arrestati dopo il blitz all’ex base della Nato di isola delle Femmine: le manette dei carabinieri sono scattate per Vito Enea di 40 anni, Salvatore Gambino di 37 anni, Antonino Giustiniani di 53 anni, Natale Lo Cicero di 37 anni, Francesco Noto di 29 anni, Francesco Renda, di 33 anni, Michele Viola di 35 anni. Tutti con precedenti penali.

I militari avevano notato che la banda aveva anche cambiato il lucchetto di ingresso della base. Il giudice ha convalidato gli arresti e sei si trovano ai domiciliari, per Salvatore Gambino è stata ritenuta sufficiente la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nelle ultim ore, invece, sono stati sessantanove i punti luce spenti dall’Amg: gli ultimi furti messi a segno in via Ragusa Littore, un traversa di viale Croce Rossa e tra via Mongitore e via Fratelli La Gumina, all’Albergheria, hanno provocato numerosi danni agli impianti. L’azienda ha soltanto potuto avviare gli interventi di messa in sicurezza e denunciare il furto, che ha riguardato un chilometro di cavi.


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