La Cassazione sul caso Montante| Vacilla il reato di associazione - Live Sicilia

La Cassazione sul caso Montante| Vacilla il reato di associazione

Antonello Montante

Annullata con rinvio la decisione del Riesame. Reggono corruzioni e accessi informatici.

 

 

PALERMO – La Corte di Cassazione mette in discussione l’accusa di associazione a delinquere contestata ad Antonello Montante e agli altri imputati che avrebbero fatto parte della rete di spionaggio dell’ex leader degli industriali siciliani.

I supremi giudici hanno confermato l’ordinanza di custodia cautelare dello scorso maggio per le varie ipotesi di corruzione, favoreggiamento, rivelazioni di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico. Al contempo, però, hanno annullato con rinvio la parte in cui si contesta l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione degli altri reati.

La sesta sezione della Cassazione si è pronunciata sul ricorso degli avvocati Nino Caleca, Giuseppe Panepinto, Carlo Taormina per Montante, Marcello Montalbano per Diego Di Simone, responsabile della sicurezza di Confindustria, Mario Brancato per il colonnello Giuseppe D’Agata. Il ricorso era contro la decisione del Tribunale del riesame che aveva confermato in toto l’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Caltanissetta. Adesso il Riesame dovrà pronunciarsi di nuovo tenendo conto del principio di diritto con cui i supremi giudici hanno annullato la precedente decisione.

Solo la lettura delle motivazioni, non ancora rese note, potrà chiarire su quali punti si basa l’annullamento. Un annullamento che rischia di incidere profondamente sul processo già in corso a Caltanissetta. Una serie di imputati sono stati, infatti, già rinviati a giudizio mentre Montante ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. Qualora cadesse definitivamente l’ipotesi di associazione a delinquere potrebbe venire meno il radicamento del dibattimento a Caltanissetta, fino addirittura alla estrema ratio di uno smembramento. I singoli episodi di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine per spiare alcune persone indicate da Montante potrebbero essere giudicati nei luoghi in cui sarebbero stati commessi (Palermo, Milano, Roma, Caltanissetta) e non nella sola Caltanissetta dove, invece, secondo i pubblici ministeri c’era la sede operativa dell’associazione criminale.

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