La catena audio WhatsApp| "Domani contro gli sbirri..." - Live Sicilia

La catena audio WhatsApp| “Domani contro gli sbirri…”

Il presidio al Conca d'Oro

I messaggi sono in mano agli investigatori. Potenziati i controlli. Orlando: "Sottobosco mafioso"

Coronavirus, Palermo
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PALERMO – Il contenuto dei messaggi e degli audio girati su WhatsApp è inequivocabile. Un gruppo di persone ieri si è dato appuntamento per oggi al centro commerciale Conca d’Oro di Palermo.

Più che assaltare l’ipermercato, il vero obiettivo è fare del male alle forze dell’ordine che presidiano gli ipermercati della città. Il linguaggio è violento e volgare. Il contenuto di aperta sfida alle forze dell’ordine. Si rivolgono agli uomini in divisa chiamandoli “sbirri”.

I messaggi sono stati acquisiti dagli investigatori per risalire all’identità delle oltre 70 persone che fanno parte del gruppo.

Contestualmente i servizi di presidio davanti ai centri commerciali sono stati potenziati. La Procura della Repubblica sta cercando di capire se ci siano contatti con il gruppo di persone che alcuni giorni fa pretendeva di andare via senza pagare dal Lidl di viale Regione siciliana con i carrelli pieni di spesa, e con gli iscritti ad alcuni gruppi Facebook. Potrebbero esserci dei contatti con il “sottobosco mafioso” come lo ha definito il sindaco Leoluca Orlando.

“Accanto a tanti, tantissimi che stanno vivendo questo momento di crisi gravissima certamente con angoscia per il futuro ma anche con dignità – dice il Orlando – vi sono alcuni gruppi organizzati, gruppi di sciacalli e professionisti del disagio, che promuovono azioni violente e che nei social network trovano una facile vetrina. Mentre centinaia di cittadini e famiglie si stanno registrando per ricevere gli interventi di aiuto alimentare del Comune e delle associazioni, ci sono persone e gruppi che già dalle immagini e dagli espliciti riferimenti e soprannomi contenuti nelle proprie pagine mostrano e rivendicano la propria appartenenza al sottobosco mafioso. Chiedo a tutti i cittadini di segnalarli alle autorità di Polizia, di segnalare i loro account come promotori di violenza agli amministratori di social network perché siano immediatamente bloccati.Invece di far loro pubblicità rilanciandoli, facciamo in modo che siano zittiti e che ad occuparsene siano le forze di Polizia. A guardare bene – aggiunge – si tratta di una decina di gruppi o poco più, che però approfittano della cassa di risonanza offerta dai canali telematici per apparire molti di più e molto più radicati. Palermo anche in questa occasione si sta organizzando per affrontare l’emergenza, con grande spirito di comunità, con il lavoro straordinario dei suoi medici e sanitari, con l’impegno dei dipendenti pubblici e delle aziende che garantiscono i servizi, con la passione di tanti volontari e della società civile. Con il comportamento dignitoso di migliaia di persone. Ancora una volta non ci sarà alcuno spazio ma la più ferma repressione per questi sciacalli di professione che sanno solo aggiungere tensione e paura ad una situazione che non ne ha certamente bisogno”

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