La chiamavano Bocca di rosa | Palermo, piccola guida del sesso

La chiamavano Bocca di rosa | Palermo, piccola guida del sesso

Dopo lo scandalo della baby squillo, abbiamo scoperto che...

Il reportage
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PALERMO- E’ come in macelleria. Entri, ordini taglio e peso. Incarti e porti a casa. Ecco la carnezzeria del sesso a Palermo. La nauseabonda storia della minorenne prostituita ha creato un giusto scandalo per la giovane età della protagonista, ma se alzi l’asticella fino al minimo consentito della legalità, rintracci un universo diversamente maleodorante, che puzza di beccume, una stanza chiusa dove non esiste confine tra chi vende, chi compra e chi cerca ‘sensazioni forti’.

Su Facebook la mercanzia abbonda. C’è l’escort di rito ‘travestito’ che si mostra in effigie e racconta quanto sia pieno il suo carnet mondano tra discoteca e il resto. Ce n’è un’altra che si tratteggia a spizzichi e bocconi e uno – il più pulito – le scrive: “Ciao, sei bellissima”. Vagando col pensiero verso vette impensabili, si scopre una curiosa comunità “Cornuti siciliani”. No, non è un gruppo d’interesse per gli appassionati di bovini e pastorizia; lo testimoniano le foto, tutte chiaramente ginecologiche, alla mercé di commentatori che sembrano usciti da una vecchia pellicola del pecoreccio italiano, però vietato ai minori di diciotto anni. C’è la mistress, la padrona, che raffigura in primo piano le sue graziose estremità, nude, velate, o calzate. E poi lancia l’esca: “C’è qualcuno interessato a essere calpestato sotto i miei amabili piedini? Oppure ricevere qualche video amatoriale mentre calpesto”. Le rispondono in tanti. E uno si chiede: ma questi da quale pianeta vengono? Perché non giocano a bridge o non frequentano un corso di cucina?

Certo, sarebbe troppo comodo tracciare la riga di una morale indignata, soprattutto perché dietro il pulpito del censore può esserci il sottoscala dello sporcaccione, domiciliato presso lo stesso uomo. Tuttavia, la presente piccola guida ironica del sesso che si commercia o si regala a Palermo deve confessare che le ricerche, necessarie per la narrazione, si sono svolte in un clima di crescente tristezza per l’appassirsi di ogni potenziale umanità, soffocata dal guardonismo.

C’è il gigolò che, cautamente, si offre: “Sola? Ciò che vuoi, puoi”. Nei siti specializzati la carne è crudamente esposta sul bancone: “Ho diciotto anni, vendo la mia verginità”. E ancora ti domandi se la folla che presiede al rito del voyeurismo collettivo sia la stessa che incontri per strada, tutti giorni: il droghiere, il tabaccaio, l’impiegata, l’universitaria, il passante che va veloce con la sua valigetta, con i suoi giornali e con i suoi oscuri pensieri.

C’è il forum, lì dove implacabili frequentatori mettono i voti alle donne che hanno appena incontrato, cioè a quelle che loro credevano fossero donne ed erano solo installazioni contemporanee di femminilità ridotte al lumicino per la foga di maschi allupati. Uno si lamenta dei “seni rifatti” della partner. Un altro descrive con la pignoleria del notaio il rapporto appena consumato. Si sofferma sulle pose. Descrive le attitudini. Procede a un’analitica comparazione tra situazioni diverse. Alla fine, concede una risicata sufficienza. Bontà sua. C’è la coppia esibizionista che, trionfante, annuncia: “Con noi è tutto più facile”. La piccola e ironica guida ha un sussulto. Stiamo parlando di un partito politico? Di una cartomante? Di una futuribile macchinetta del caffè?

C’è una Bocca di rosa che promette mirabili acrobazie, rigorosamente al buio. Un’altra che ha il nome di un antico film che, all’epoca sua, fece scalpore. C’è il ragazzo timido che cerca una ragazza esperta. C’è il sito che fornisce i numeri delle sedicenti accompagnatrici lungo l’intera provincia di Palermo. C’è una macelleria, una carnezzeria di parti del corpo e pezzi di anima sospesi che non formano mai una persona completa. Niente brividi, né palpiti. Nemmeno il fascino del proibito. Nel bazar degli annunci e della noia, perfino una tisana alle erbe apparirebbe più trasgressiva. (1 – continua)


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