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La Cimo Asmd: “Nessuno tocchi Tutino”

Alcune precisazioni sulle dichiarazioni e notizie di stampa apparse in merito al caso Tutino.

caso tutino
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PALERMO – Riportiamo integralmente la replica alla vicenda di Villa Sofia da parte della CIMO ASMD (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri) attraverso le parole del proprio segretario provinciale vicario, Giuseppe Bonsignore:

 “La ‘vicenda Tutino’, con il blitz dei Carabinieri del NAS, l’inchiesta della Magistratura e i relativi avvisi di garanzia, ha scatenato un polverone mediatico che ha investito un’intera struttura sanitaria pubblica, già da tempo nell’occhio del ciclone, rischiando anche di compromettere delicati equilibri politici regionali.

Il Commissario Straordinario, Giacomo Sampieri, ha pagato il conto più salato ed è stato costretto alle dimissioni dopo che di fatto era già stata decisa la sua revoca da parte dell’Assessore Lucia Borsellino.

Se fossero vere le notizie di stampa che collegano la revoca o le dimissioni di Sampieri all’avviso di garanzia ricevuto, si rimarrebbe a dir poco esterrefatti e sarebbe impossibile non dissociarsi in maniera netta dall’accaduto, sia per il garantismo che contraddistingue il nostro sistema giudiziario e poi anche per altre considerazioni di ordine etico.

In un Paese dove fioccano avvisi di garanzia o addirittura sentenze (magari non definitive) a tutti i livelli della politica nazionale e regionale senza nessuno si dimetta o venga costretto a dimettersi, sarebbe infatti paradossale che la stessa politica chiedesse le dimissioni ad un funzionario pubblico nelle stesse identiche condizioni. Non sarebbe e non è credibile.

Ma questo è soltanto quanto riportato dalla stampa, perché in realtà l’audizione dell’Assessore Borsellino davanti alla Commissione Sanità dell’Assemblea Regionale è stata secretata, facendo trapelare soltanto uno scarno comunicato. Diversa sarebbe infatti la posizione da tenere se le motivazioni del “licenziamento” del Commissario Straordinario fosse invece legata al deficit di bilancio o ad altre vicende segnalate anche dalle Organizzazioni Sindacali e dalla CIMO in particolare.

E allora perché secretare l’audizione? Non sarebbe più corretto che la gente sapesse quali sono le reali motivazioni che hanno portato al siluramento di Sampieri? Operatori sanitari, sindacati e soprattutto i cittadini non hanno il diritto di sapere la verità? A quanto pare no.

Riguardo le altre figure che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia va fatta invece un’altra considerazione, sempre partendo dal presupposto che quanto appreso dalla stampa corrisponda alla realtà dei fatti. Se fosse vero infatti che la stessa Commissione Sanità abbia chiesto anche “provvedimenti” non meglio precisati nei confronti del Dottor Matteo Tutino, il fatto sarebbe ancor più grave.

L’informazione di garanzia è soltanto un istituto giuridico, previsto dal codice penale, attraverso il quale una persona viene avvertita di essere sottoposta a indagini preliminari. Non si tratta quindi di rinvio a giudizio né tantomeno di condanne né provvisorie né definitive.

Perché quindi il Dottor Tutino dovrebbe dimettersi o addirittura rimosso dal suo incarico attuale di Direttore della Chirurgia Plastica di Villa Sofia? Saprebbe tanto di giustizia sommaria. Né l’Assessore né alcun altro esponente politico ha il poter di “rimuovere” un pubblico dipendente dal suo incarico. Sarebbe illegale.

La famigerata legge Brunetta, oltre a scippare parte dello stipendio a chi si ammala, ha anche riscritto il Codice di Comportamento dei dipendenti pubblici, precisandone le violazioni e regolamentando i meccanismi normativi che possono condurre all’applicazione di sanzioni disciplinari nei confronti degli stessi.

In caso di comportamenti o fatti venuti a conoscenza dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.), anche a mezzo stampa, che si possano configurare come infrazioni al Codice di Comportamento, viene avviato il relativo procedimento disciplinare e, nel caso di riconosciuta colpevolezza, viene applicata la relativa sanzione nel rispetto dei criteri di gradualità e di proporzionalità rispetto all’infrazione commessa.

La stessa Legge Brunetta specifica che per violazioni anche di rilevanza penale, nel caso di procedimento giudiziario in corso, il procedimento disciplinare va sospeso in attesa di sentenza definitiva. Nessuna sanzione è quindi applicabile soltanto per un’informazione di garanzia o per un rinvio a giudizio. Nemmeno per una condanna di primo grado. Soltanto la misure cautelari sospendono automaticamente dal servizio il pubblico dipendente.

Anche nel caso del Dottor Tutino, nessuno può pensare di chiederne la testa. Nessuno può pretendere la revoca di un incarico affidatogli per pubblico concorso. Nessuno tocchi Tutino fino a quando, e se, un Giudice esprimerà una condanna di colpevolezza.

Allo stesso modo si vuole però sottolineare che le stesse regole che si invocano per Matteo Tutino valgano per tutti gli altri dipendenti dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia – Cervello, per una parità di diritti che nel corso dell’ultimo anno, sotto la gestione Sampieri, è stata spesso disattesa con un utilizzo dell’UPD che è parso quasi vessatorio nei confronti di alcuni e di manica larga per altri. Comportamenti omissivi sono già stati segnalati e potrebbero anche essere oggetto di denuncia alle autorità competenti.

Nel caso del Chirurgo Plastico Francesco Mazzola è stata sicuramente adoperata la mano pesante, con un procedimento disciplinare illegittimo per vizi di forma non rilevati dallo stesso UPD, e per una interpretazione decisamente arbitraria del codice di comportamento e disciplinare, rinnegando quel principio di gradualità e proporzionalità delle sanzioni prima citato.

La CIMO ASMD ha già chiesto alla Dottoressa Faraoni, nominata Commissario Straordinario f.f. anche se soltanto per 24 ore, di revocare il provvedimento di sospensione adottato nei confronti del Dottor Mazzola e tornerà a farlo con il nuovo Commissario Straordinario, Ignazio Tozzo, da poco nominato alla guida degli Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello.

Le regole vanno applicate per tutti. Le sentenze vanno rispettate da tutti. La giustizia sommaria appartiene a vecchio west e, al giorno d’oggi, non può più essere tollerata. Sicuramente non da chi scrive”

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