PALERMO – Ci sono le condanne per le spese pazze dei deputati dell’Ars nella scorsa legislatura. E poi la Sanità, il buco nero delle società partecipate, l’utilizzo irregolare dei fondi europei, il ricorso ingiustificato a consulenze esterne nelle pubbliche amministrazioni. La Corte dei conti alza il velo sul mare nero degli sprechi di denaro pubblico in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Sicilia.
Le spese dei gruppi dell’Ars
“E’ un principio indefettibile che si debba dare conto di quello che si spende. Non si può dire questi soldi sono miei. Il denaro pubblico non può in alcun modo essere finalizzato ad una spesa personale. Abbiamo riscontrato questi reati”. È’ quanto afferma Luciana Savagnone, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti in Sicilia, parlando a Palermo con i giornalisti dell’inchiesta sui gruppi parlamentari a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Il magistrato contabile ha confermato che l’indagine sulle spese dei gruppi, che riguarda non l’attuale ma la scorsa legislatura, ha portato a riscontrare reati che riguardano un uso scorretto di denaro pubblico e afferma “abbiamo riscontrato anomalie nella spesa: contributi spesi per finanziare la sede del partito, che non sono in alcun modo ammessi. C’è un gruppo parlamentare misto composto da tanti soggetti che appartengono a partiti diversi. Non è ammissibile che ciascuno finanzi il proprio partito. È evidente che la finalità è stata un altra”.
“Ci siamo occupati nelle nostre sentenze – ha aggiunto – in particolare del contributo unificato destinato ai gruppi parlamentari, quel contributo mensile erogato in relazione ai componenti che deve servire al mantenimento del gruppo; ma i gruppi sono stati destinatari di una serie di altri contributi per portaborse, per i dipendenti stabilizzati, il singolo parlamentare ha un rimborso spese anche per l’informatica. Questo contributo unificato deve pertanto servire esclusivamente al funzionamento è così non è stato”.
Sono 11 le sentenze di condanna emesse dalla Corte di conti in Sicilia nell’ambito dell’inchiesta sullo spreco di denaro pubblico da parte dei gruppi parlamentari. “Ai presidenti dei gruppi dell’Assemblea regionale siciliana è stato chiesto l’importo complessivo di 1 milione 852 mila 327 euro. Così si legge nella relazione del presidente della Corte, Luciana Savagnone, illustrata nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Non manca nella relazione un richiamo alla politica che dovrebbe “per riacquisire credibilità prendere le distanze da tali accadimenti, ritrovare sobrietà nei comportamenti, utilizzare le enormi risorse finanziarie messe a sue disposizione per promuovere crescita e sviluppo”.
La nota di Ardizzone
“L’Assemblea regionale siciliana, nel corso di questa legislatura, si è ispirata ai principi correttamente richiamati oggi dalla presidente Savagnone. Senza attendere le sentenze di condanna, infatti, abbiamo avviato un serio e corposo processo di contenimento della spesa, oltre, come evidenziato nella relazione, a una “presa di distanza dagli accadimenti passati, anche attraverso una sobrietà di comportamenti e con l’obiettivo di recuperare credibilità nei confronti dell’opinione pubblica”. Lo afferma il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti a Palermo.
“Rivendico con forza – riprende il Presidente del Parlamento siciliano – che da questa legislatura l’Ars ha sempre “dato conto di ciò che si fa” all’interno del Palazzo, un monito richiamato oggi nella relazione. Paradossalmente, per dare applicazione a questo monito, stiamo pagando il costo della massima trasparenza come, per esempio, per i vitalizi degli ex parlamentari. Sul nostro sito web, la situazione è di facile lettura, proprio perché tutti i dati sono pubblicati. A differenza, invece, degli altri consigli regionali, ma anche del Senato e della Camera dei deputati”.
“Nel contempo – conclude Ardizzone – voglio ringraziare il presidente della sezione regionale di controllo, Maurizio Graffeo, per avere evidenziato che, in questa legislatura, dai rendiconti dei gruppi parlamentari non sono emersi fatti contestabili. E per aver espresso apprezzamento per la decisione della presidenza dell’Ars di aver avviato la procedura di nomina di 2 nuovi componenti della Corte dei conti per facilitare lo svolgimento delle funzioni della sezione regionale di controllo”.
Il caso dei contributi comunitari
E ancora la Corte dei Conti parla di ombre sull’assegnazione dei contributi comunitari alle aziende private in Sicilia sono state riscontrate dalla sezione giurisdizionale della Corte di Conti. Savagnone, a margine dell’inaugurazione, ha detto: “Si verificano casi di fondi comunitari assegnati in maniera strana. Qualcosa che non funziona nel sistema c è. Questi contributi sono stati assegnati e riscossi senza controllo da parte di tanti soggetti che si occupano dell’erogazione dei soldi. Siamo davanti ad fenomeno vasto: proprietari che dichiarano terreni di persone che invece risultano defunte. Non c è un monitoraggio, un controllo, occorre coinvolgere nei giudizi di responsabilità non solo gli enti concessori ma i soggetti intermedi che sono quelli che sbrigano le pratiche. Questo vale sia per i contributi agricoli che per i Por, dove le banche fanno da intermediari. Le banche dovrebbero ad ogni tranche di contributo erogato controllare su quello che si è fatto con la prima rata. È indispensabile agire su questo fronte, ma l’ amministrazione è inerte”.
Costi (e sprechi) della politica
Giuseppe Aloisio, procuratore regionale della Corte dei conti: “L’utilizzo dei soldi pubblici e dei costi della politica ci hanno impegnato non poco in questi ultimi anni. Mi riferisco alle sentenze sui capigruppo dell’Ars per i fondi utilizzati non per scopi istituzionali o anche dei consiglieri comunali di Catania, o tutto il filone della formazione professionale. Ma in questi anni abbiamo iniziato nuove istruttorie, concluse con la citazione dei consiglieri comunali di Canicattì per una percezione indebita dei gettoni di presenza. Il danno è di 360 mila euro. Quella dei gettoni di presenza ha dato vita a numerose istruttorie che porteranno a nuove citazioni”.
Criticità della Sanità
Ancora Aloisio: “Nel settore della sanità ci sono diverse criticità. Ci sono gli errori sanitari che sono parecchi nel solo 2016 abbiamo avviato 51 istruttorie da non imputare solo al personale medico ma anche alla gestione e all’organizzazione delle aziende sanitarie che dovrebbe fare riflettere. Ci sono problemi legati alla fornitura di beni e servizi. Un solo caso l’appalto per la costruzione dell’ospedale di Agrigento realizzato con cemento depotenziato’. Il danno è di 12 milioni di euro – ha aggiunto – Stiamo indagando e a breve credo che ci saranno sviluppi. Poi abbiamo segnalato un alto grave fenomeno. Un livello notevole di infedeltà professionale di molti dirigenti medici che hanno dirottato pazienti in cliniche private o chirurghi che posizione di aspettativa hanno compiuto interventi chirurgici in un’altra azienda fatturando le prestazioni come libero professionista. Tutto ciò deve spingere le aziende sanitarie a denunciare per tutelare i dirigenti medici che lavorano in modo corretto”.
Emergenza partecipate
“E’ particolarmente grave il fenomeno delle società partecipate in Sicilia”, afferma Aloisio, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Nel 2016 – dice – la procura contabile ha avviato 13 istruttorie sulle irregolarità gestionali riscontrate in società a partecipazione pubblica della Regione e degli enti locali. È’ emerso che le risorse pubbliche risultano impiegate per il reclutamento di personale in violazione dei divieti di assunzione e di ogni obbligo di evidenza pubblica”. “Incidono pesantemente – ha aggiunto il procuratore – i contenziosi instaurati dai terzi nei confronti delle società e i costi per consulenze e incarichi conferiti dagli amministratori di queste società. Un caso emblematico costituisce la Sicilia Immobiliare Spa dove le consulenze hanno superato fino a 12 volte l’importo delle retribuzioni dei dipendenti”. Note di merito invece sono andate alle sei partecipate del comune di Palermo riportare al modello in house: Amat, Amap, Rap, Sispi, Amg e Reset. “Per queste società ha detto Aloisio – la Corte ha riscontrato un sufficiente indice di patrimonializzazione e di contenimento di costi”.
“C’è un canale aperto con Riscossione Sicilia che spesso è destinataria di inviti a dedurre per mancata riscossione dovuta ad errori procedurali o per colpa grave o per errori nella raccolta dei tributi regionali. In questo anno ci sono state diverse condanne. Ad innescare il procedimento è l’Agenzia delle entrate che chiede alla Corte dei conti di verificare se sia stata rispettata la procedura da parte della società partecipata della Regione. Acquisiamo le sentenze della Commissione provinciale e della commissione regionale e, spesso, con un trend sempre maggiore errori procedurali della società”. L’ha detto il procuratore regionale della Corte dei conti Giuseppe Aloisio a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. (ANSA).