PALERMO – “Speriamo di presentare il Prg al consiglio comunale entro dicembre: prevediamo un tunnel sotterraneo per i tir che dal porto arrivi in via Belgio, il recupero dell’esistente come l’ex Chimica Arenella o la Fiera e la valorizzazione dell’Ottocento palermitano estendendo il centro storico fino a piazza Croci. La costa Sud rinascerà sul modello di Barcellona anche grazie all’acquario e costruiremo tanti nuovi campi sportivi come a New York”. Parola di Giuseppe Gini, assessore della giunta Orlando che da due anni si occupa di Coste, Urbanistica, Prg e (molto più recentemente) anche di Sport. Un esperto del settore, visto il suo curriculum: Sovrintendente di Caltanissetta, di Trapani e del Mare, è stato il redattore del Piano paesistico regionale e uno dei fautori del successo della tappa siciliana della Louis Vuitton Cup di qualche anno fa. “Ho trascorso gran parte della mia carriera lontano da Palermo e oggi mi sono messo al servizio della mia città”.
Duecento operai sono alle prese con un’operazione di manutenzione ordinaria delle coste che da Mondello arriverà, prima dell’estate, fino ad Acqua dei Corsari, con l’obiettivo di restituire il mare ai palermitani. “Il consiglio comunale ha dato il via libera al Pudm, il Piano d’uso del demanio marittimo, a dicembre del 2014 e aspettiamo ancora che la Regione lo approvi – dice l’assessore a Livesicilia – un ritardo che fa slittare il risanamento della costa, per questo lanciamo un appello alla Regione affinché si sbrighi: non possiamo certo aspettare che il Piano diventi vecchio e l’amministrazione punta con decisione a una seria riqualificazione della costa, specie quella sud. La Regione in Finanziaria si è impegnata a cedere le aree demaniali ai Comuni ma solo approvando il Pudm che, ricordo, ha avuto in consiglio un consenso ampio e trasversale come difficilmente uno strumento urbanistico riesce ad avere”.
Le liti con la Mondello Italo Belga ormai appartengono al passato, come dimostra anche l’accordo sui cestini che saranno posizionati sul lungomare, e l’obiettivo dell’assessore è di avere una costa sempre più visibile. “La fruizione del mare di oggi non è più quella di tanti anni fa – dice Gini – all’Addaura, per esempio, abbiamo aperto quattro varchi, facendo così diminuire la pressione su Mondello e restituendo il mare ai palermitani. Lo Stato vorrebbe anche cedere la gestione di Punta Priolo al Comune, ossia la parte terminale prima di via Cristoforo Colombo, dove potremmo realizzare una splendida villetta che guarda su Mondello e da lì far partire una pista ciclopedonale che ripercorra la vecchia trazzera. Il grande tema sarà la realizzazione di via Palinuro, per la quale siamo ormai in dirittura d’arrivo e con la quale potremo pensare di chiudere tutto il lungomare di Mondello al traffico, avendo una viabilità alternativa. Non stiamo parlando di progetti impossibili, ma da poter realizzare entro dieci anni”.
La grande scommessa rimane, però, la costa Sud. “E’ il nuovo Decumano di Palermo – spiega l’assessore – intendiamo recuperare la foce dell’Oreto grazie a una sinergia con i comuni di Monreale e Altofonte, finalizzata a eliminare gli scarichi abusivi, e riqualificare tutta la costa. Il Pudm prevede le assegnazioni ai privati e quindi lidi e ristoranti, ma senza cabine, dall’Oreto fino al porticciolo della Bandita che diverrà un porto per i pescatori, recuperando la storia e le tradizioni della borgata. C’erano progetti che prevedevano un grande porto velico, ma non ci hanno convinti perché avremmo snaturato la storia dei luoghi: per le barche a vela ci sono la Cala o Marina Igiea, oppure per quelle medio-piccole anche l’Addaura. Accanto alla Bandita sorgerà l’acquario e poi da lì un grande parco verde fino al Teatro del Sole che vogliamo far tornare in funzione: un anfiteatro in riva al mare è qualcosa di splendido. Per quanto riguarda la viabilità, il tram sta aiutando ma stiamo studiando anche viabilità alternative”.
L’elemento centrale del progetto resta l’acquario, un progetto da 50 milioni di euro presentato due anni fa da Confindustria e Legacoop ma per il momento rimasto solo sulla carta. “Aspettiamo la presentazione di un progetto esecutivo mediante l’individuazione dei finanziatori, abbiamo ancora la speranza che il progetto si concretizzi”.
Per far tutto questo, però, bisogna partire dai carotaggi, cioè le analisi che consentono di capire cosa c’è nel terreno, se ci sono sostanze inquinanti e quindi come intervenire. “Sono cose che dovrebbe fare la Regione ma che stiamo facendo noi, a nostre spese – continua l’assessore – alla Bandita attendiamo i risultati e, se non emergerà nulla, potremo dragare il porto, ricostituire l’arenile e proteggerlo. Per il mammellone attendiamo le analisi dell’Arpa, visto che quelle della ditta non hanno convinto l’Agenzia. I carotaggi sono il primo passo per un serio progetto di riqualificazione che potremo utilizzare anche per chiedere i fondi europei. C’è però da dire che già dall’anno scorso il Comune ha iniziato a effettuare la manutenzione ordinaria sulla costa e ora si torna finalmente a rivedere il mare. Tanti anni fa questo tratto di costa era roccioso, poi dopo la Guerra è stato riempito di sfabbricidi che il mare ha col tempo eroso e oggi abbiamo del materiale piccolo e fine, simile alla sabbia, tanto che da quattro o cinque anni i palermitani sono tornati a prendere il sole in costa Sud e qualcuno, malgrado i divieti, fa anche il bagno. Con le opere di depurazione che stiamo realizzando anche l’acqua è più pulita, per questo insistiamo che la Regione approvi in tempi brevi il Pudm così da consentirci di agire, di ricostruire l’arenile e di proteggerlo”.
Il Piano del demanio però non è altro che la tessera di un mosaico ben più ampio, ossia il Piano regolatore generale. “La giunta ha approvato lo schema di massima, speriamo che il consiglio faccia altrettanto prima dell’estate. Entro la prossima settimana trasferiremo gli uffici alla Fiera e lì lavoreremo per preparare il Prg entro dicembre e consegnarlo così al consiglio, anche se già stiamo iniziando a lavorare su scala 1 a 2 mila, praticamente sui dettagli. Gli elementi fondamentali sono tre: qualità dell’acqua, qualità del verde e rigenerazione urbana, che significa consumo di suolo zero. Non bisogna più costruire, ma recuperare l’esistente e qui anche le ditte edili devono darsi da fare acquisendo le competenze. Tutto questo passa da un confronto con la città che si dovrà basare sui servizi e non su nuove costruzioni, tanto che stiamo pensando di realizzare alla Fiera un urban center che consenta a tutti di avere informazioni e discutere insieme a noi. Palermo ha vissuto la stagione del ‘Sacco’, poi quella della rigenerazione del centro storico con Orlando negli anni Novanta e il Prg e oggi puntiamo sulla rigenerazione dei quartieri. In questo senso le imprese edili si devono specializzare nella riqualificazione del verde, di un edificio antico o di uno moderno, anche dal punto di vista energetico. Noi non usiamo il solare, per esempio, e i condomini non hanno i soldi per rifare le facciate. Dobbiamo trovare gli strumenti idonei”.
Lo schema di massima prevede l’ampliamento del parco di Maredolce, di quello di villa Turrisi ma anche il parco dell’Uscibene e un grande parco borbonico in corso Calatafimi, su cui però insistono ad oggi costruzioni abusive. “Abbiamo finalmente censito tutto il verde di Palermo e il fatto che il Prg dia una destinazione al parco di Maredolce o a quello di villa Turrisi significa evitare che queste aree possano essere aggredite”.
Il punto forte però sarà la mobilità sostenibile. “Il tram rientra in questa visione – dice l’assessore – specie la linea che dalla Stazione arriverà a Mondello, servendo lo Zen e passando da via Libertà. Proprio la via Libertà diventerà come le ramblas di Barcellona, ingrandendo di fatto il centro storico fino a piazza Croci: la grande scommessa è recuperare l’Ottocento palermitano, il Liberty. Via XX settembre, tanto per fare un esempio, oggi è un enorme parcheggio: quante volte abbiamo alzato lo sguardo e abbiamo ammirato i meravigliosi palazzi ottocenteschi?”.
Archiviato il progetto del centro direzionale della Regione, che non sorgerà nemmeno a Notarbartolo, l’altra grande novità è la ripresa del progetto del tunnel che colleghi in sotterranea il porto a via Belgio e quindi all’autostrada, evitando che i tir intralcino il traffico. “L’Autorità portuale sta continuando a effettuare gli studi necessari, è un’opera comunque prevista nel Prg ed è uno dei punti qualificanti, così come la radiale di collegamento con i cimiteri e l’Università”.
C’è poi il capitolo delle grande aree industriali dismesse. “Stiamo redigendo dei piani particolareggiati, grazie anche al supporto di uno studio di Milano. Non possiamo limitarci ad abbattere, ma dobbiamo valutare la qualità delle costruzioni come è stato fatto a San Lorenzo che è un buon esempio di rigenerazione. L’ex Chimica Arenella può essere destinata alla fruizione del mare, ci sono le vecchie fabbriche di cotto in costa Sud che sono bellissime e vanno recuperate e la Fiera deve diventare un centro congressi ma non solo: ripristineremo il piano delle Palme, abbatteremo le mura aprendo questa enclave alla città, la immaginiamo come una grande area verde in cui poter passeggiare”.
Nessuna novità, invece, sul fronte Stadio. “Abbiamo aspettato che Zamparini presentasse un progetto, nel frattempo però abbiamo iniziato a recuperare il Velodromo che potrà tornare a ospitare i grandi concerti, anche se non ce la faremo per l’estate. Stiamo recuperando il giardino del Palasport e puntiamo a costruire campi sportivi in città, sul modello di quanto hanno fatto a New York. Lì dove c’è uno spazio residuale, potremo prevedere del verde oppure campi sportivi, come abbiamo fatto allo Zen: non nuove costruzioni, ma campetti recintati. E grazie alla convenzione con il Coni, vogliamo aprire le palestre scolastiche”.