La crisi dell'antimafia

La crisi dell’antimafia

Il caso Maniaci e le riflessioni che si porta appresso su un certo mondo dell'antimafia.

Il caso Maniaci
di
3 min di lettura

Quando si dice: “non ci facciamo mancare niente”. E, infatti, non ci facciamo mancare niente qui in Sicilia, ci voleva come il pane questa inaspettata tempesta su Pino Maniaci, il direttore di Telejato di Partinico – un soggetto noto per essere ingovernabile, abbastanza indigesto a mafiosi e cattivi politici con i suoi tg di fuoco contro boss e malaffare – indagato dalla Procura di Palermo per estorsione. Ulteriore esempio di un mito dell’antimafia messo in discussione, per usare un eufemismo, dopo altri casi di baluardi sacri della lotta a Cosa Nostra finiti nel mirino delle Procure, qualcuno pescato addirittura in flagranza di reato con le mani affondate nella marmellata.

Ma ogni storia è storia a sé stante e, a oggi, appare prematuro azzardare dei paragoni. Parrebbe che Maniaci, ci sarebbero alcune intercettazioni, abbia promesso una linea del suo telegiornale più morbida ai sindaci di Partinico e di Borgetto (circostanza, questa, che di suo induce a domandare: esistevano, quindi, le condizioni per una contrattazione?) in cambio di favori e liberalità varie. Ora, è evidente che soltanto la prosecuzione delle indagini e futuri eventuali pronunciamenti di giudici terzi potranno rivelarci la verità. Fino ad allora ogni commento nel merito dell’inchiesta costituirebbe solo un incauto pre-giudizio, positivo o negativo che sia, sul personaggio in questione. In una democrazia chi è deputato a emettere sentenze sono i giudici e le indagini le conducono procuratori e polizia giudiziaria. Il punto è, a proposito di procuratori, che Pino Maniaci lancia acuminati strali anche nei confronti dei magistrati inquirenti. Per lui le accuse rivoltegli sono calunnie, una vendetta, per delegittimarlo e colpirlo dopo le sue inchieste giornalistiche sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, gestione che ha travolto tra gli altri, lo ricordiamo, la giudice-presidente di sezione Silvana Saguto, icona antimafia pure lei (ci sono indagini in corso di cui attendiamo l’esito). Di conseguenza, lui denuncerà chi lo accusa, chiunque, magistrati compresi (leggi su Livesicilia: “Maniaci all’attacco, pm in silenzio. L’icona antimafia che divide” di Riccardo Lo Verso). Una brutta vicenda di cui non ne sentivamo per nulla il bisogno mentre è in crisi, e finalmente, certa “antimafia” e certa “società civile”. Anche perché, sempre a proposito di giudici e pm, potrebbe essere proprio un ex pm, Antonio Ingroia, uno degli avvocati difensori del direttore di Telejato. Tutti ingredienti, insomma, che potrebbero alimentare contrapposizioni e contrasti nelle stanze del Palazzo di Giustizia, oltre che nel complicato e non sempre limpido mondo dell’antimafia. In conclusione, così, per capirci bene, fino a prova contraria per me Pino Maniaci rimane un galantuomo e un coraggioso giornalista che da anni non le manda a dire a mafiosi e amici dei mafiosi, in una realtà difficilissima in cui la criminalità organizzata è ancora agguerrita e prepotente. Al contempo, mi rivolgo direttamente a Maniaci, salvo casi specifici, e bisogna però produrre fatti circostanziati, la fiducia nel lavoro dei magistrati e nella magistratura non va mai messa in dubbio, mai.

Ovunque ci sono le mele marce, ma magistratura e forze dell’ordine sono dotate degli strumenti necessari per espellere le cellule malate allignate nel loro corpo. Guai se ragioniamo diversamente, guai se diamo spazio a sospetti e veleni che indebolirebbero chi la lotta alla mafia la fa veramente e quotidianamente, qualunque sia il mestiere esercitato, a rischio della vita o della tranquillità personale e familiare. Guai, ugualmente esiziale, se contribuiamo a creare ulteriore confusione e ambiguità quando abbiamo già dovuto dolorosamente scoprire un’antimafia fasulla, costruita ad arte per favorire immeritate carriere o da paravento per la commissione di odiosi reati. A guadagnarci sarebbero solo la mafia e i suoi loschi sodali.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI