I contatti fra mafia e politica ci sono. Ad alcuni mafiosi non sarebbe andata giù la (presunta) “dimenticanza” di Raffaele Lombardo circa l’appoggio elettorale (presunto). Ne discutevano tra di loro mentre venivano intercettati. Non è stato ritenuto sufficiente questo materiale, però, per chiedere l’applicazione di un provvedimento nei confronti del presidente della Regione indagato assieme al fratello Angelo per concorso esterno. E così il nome del governatore non fa parte del blitz che stanotte ha portato in carcere 47 persone per mafia, estorsione, omicidio e rapine. Fin qui i contatti, presunti, fra Lombardo e i boss.
C’è poi una situazione “dinamica” all’interno della Procura etnea. Il pool di magistrati che hanno lavorato all’inchiesta è composto dal procuratore Vincenzo D’Agata, dall’aggiunto Giuseppe Gennaro e dai sostituti Iole Boscarino, Agata Santonocito e Antonio Fanara. Si sono presentati tutti in blocco alla conferenza stampa al Palazzo di Giustizia. Alla fine tutti d’accordo, sul proscenio e dietro le quinte: al momento non ci sono elementi per “un’iniziativa” nei confronti del presidente, come ha detto D’Agata. Persuasi pure i sostituti “oltranzisti” secondo la stampa. E si continua a indagare.