PALERMO – La discarica di contrada Timpazzo a Gela non va chiusa. Lo ha deciso il Tar di Palermo accogliendo il ricorso dell’Ato Ambiente Cl2 contro la decisione dell’assessorato regionale all’Energia. Il provvedimento, datato 1 aprile 2015, che era già stato sospeso in via cautelare, era basato su “gravi motivi, tali da provocare danni all’ambiente e alla salute” connessi con il mantenimento in funzione dell’impianto. La Regione aveva inoltre evidenziato i rischi connessi alla “possibile contaminazione dell’acqua” a valle della discarica.
“La prima circostanza non è chiaramente idonea a giustificare la chiusura”, scrive il Tar. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), secondo i giudici amministrativi, già prima che l’Ato impugnasse la decisione dell’assessorato aveva “indicato la diminuzione del rischio” in virtù dei lavori di messa in sicurezza effettuati. Interventi che hanno portato alla realizzazione di una “barriera idonea a confinare il percolato della vasca”. L’Agenzia, inoltre, aveva ipotizzato che la contaminazione accertata fosse dovuta al percolato intriso fuoriuscito dalla discarica “prima che fosse realizzata la barriera”. Motivi per i quali i giudici hanno ritenuto insussistenti i “gravi motivi” della chiusura della discarica di contrada Timpazzo, annullando il provvedimento dell’assessorato.