CATANIA – L’invito a prendere il “caffè” alla biondissima Maryna Kvak è il segnale che il “viaggio della droga” verso Catania poteva avere inizio. L’appuntamento con il trafficante Giovanni Minnici è a Bianco, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. Nei primi sette mesi del 2019 le trasferte a Catania sono però quasi tutte monitorate dalla Squadra Mobile etnea che in diverse occasioni sequestra molti chili di cocaina. Per non farsi riconosce Maryna comincia a indossare una parrucca scura.
L’ordinanza eseguita alcuni giorni fa ci porta a bordo della Megane della ‘signora-corriere’ nel cui ‘vano’ è nascosta la polvere bianca da consegnare al gruppo di spaccio di Michele Schillaci. Il boss della droga di Cosa nostra catanese è a capo di una delle organizzazioni sgominate nel blitz Blanco. La fidata collaboratrice del narco calabrese viaggia ‘scortata’ da Minnici in persona, altre volte invece dal tassista di professione Francesco Falduto.
“Ohi Fra ci vediamo a Bianco? Che le pecore ce le ho a Bianco… sai dove ? dopo Bianco là all’agriturismo sulla nazionale”, sono le istruzioni di Minnici a Falduto per caricare la droga (qui è definita pecore, altre volte agnelli o montoni). Una volta partiti i calabresi lasciano Maryna Kvak ai caselli dove ad attenderla ci sono i ‘carusi’ di Michele Schillaci che la devono accompagnare per la consegna. In diverse occasioni direttamente a casa di Michele Fontanarosa in via Piemonte a Catania. Qui le telecamere pizzicano una volta Maryna entrare con la parrucca scura e poi uscire con la sua chioma bionda.
Lady Kvak è vista anche fuori dalla casa di Domenico Schillaci, papà del boss, a Mascalucia. La ‘residenza’ alle falde dell’Etna indicata negli sms criptici come “il solito posto” o “lì sopra” è il deposito della cocaina. I poliziotti piazzano in via Quinto Cecilio Metello una telecamera che immortala il figlio (e altri indagati) arrivare e andare via con buste e ‘pacchi’ sospetti. Ad un certo punto però Schillaci senior è arrestato con un chilo di cocaina nell’abitazione e una massiccia quantità di marijuana. Il figlio avverte i trafficanti: “I vaddia”. Poi si mette in contatto con Giovanni Sentina: c’è da “cambiare casa” immediatamente.