Non solo messaggera degli ordini del marito, il boss ergastolano Salvino Madonia, killer dell’imprenditore Libero Grassi, detenuto al 41 bis, ma un vero e proprio “uomo di Cosa nostra”. Così il neopentito Manuel Pasta descrive Maria Angela Di Trapani, moglie del capomafia di Resuttana in carcere dal 2008 con l’accusa di associazione mafiosa. Parole, quelle del collaboratore di giustizia, che confermano il ruolo di vertice della donna. I verbali con le dichiarazioni di Pasta sono stati depositati agli atti del processo “Rebus” che vede la Di Trapani imputata insieme ad altre 19 persone tra le quali il marito e i cognati Aldo, Antonino e Giuseppe. Il 13 aprile scorso Pasta ha raccontato ai pm della dda Marcello Viola, Anna Picozzi e Lia Sava: “Il placet alla reggenza (del mandamento di Resuttana n.d.r.) di Bartolo Genova venne da uno dei Madonia detenuto che, per un periodo, non ebbe il 41 bis e la notizia fu trasmessa da Mariangela Di Trapani. La Di Trapani si comportava cone un uomo di Cosa nostra e ci faceva arrivare dal carcere i messaggi provenienti dal marito e dai cognati. Fu lei a farci sapere che Michele Di Trapani ‘si doveva stare a casa’ mentre dal carcere davano il gradimento per Bartolo Genova”. Il pentito racconta, confermando quanto sostengono gli investigatori, che “il ruolo dei Madonia è ancora forte e il loro parere è ancora condizionante”.
Detenuti ormai da anni, i fratelli Madonia, capimafia storici del mandamento di Resuttana, percepiscono dalla “famiglia” uno stipendio mensile: 1800 euro, fino a qualche tempo fa, “ridimensionato, ora, a 1000 euro perché le entrate della cosca si sono ridotte”. A raccontarlo è il neopentito Manuel Pasta, ex uomo d’onore dello stesso mandamento. “Salvo Genova – racconta Pasta – faceva pervenire 1800 euro l’uno ai Madonia e 1800 a Nicolò di Trapani. Somma ridimensionata a 1000 euro da Bartolo Genova (ex reggente del clan n.d.r.)”. Dopo l’arresto di Genova a fare da tramite per la consegna del denaro sarebbe stata un’anziana zia, vedova del boss. Il pentito ha anche svelato che i fratelli Madonia sono i reali proprietari di un noto bar della città, il bar Sofia. “Bartolo Genova – racconta Pasta – mi disse che noi continuavamo a pagarli nonostante i cospicui guadagni provenienti anche dal bar”. Pronto a puntare il dito contro Antonino, Giuseppe e Salvino Madonia, quest’ultimo killer dell’imprenditore Libero Grassi, Pasta scagiona, però, il quarto fratello: Aldo, detto il farmacista, anche lui in carcere, che si è sempre detto estraneo alla cosca. “Non fa parte della famiglia di Resuttana – spiega – e non ha mai tenuto la cassa della famiglia”.