La dottoressa del 118: "Tre mesi di Covid, ho avuto paura"

La dottoressa del 118: “Tre mesi di Covid, ho avuto paura”

La dottoressa Gaetana Alongi rientra in servizio dopo una lunga assenza: la sua storia.

PALERMO La felicità, dall’altra parte del telefono, è qualcosa che si tocca, anche se non si vede. La dottoressa Gaetana Alongi (qui in una foto di poco tempo fa), che tutti quelli che le vogliono bene – e sono tanti – chiamano Tanina, sta per tornare in servizio sopra un’ambulanza del 118 a Palermo. Sono passati quasi tre mesi di Covid, un tempo lunghissimo caratterizzato, all’inizio, dalla paura, perché le condizioni non erano buone.

Poi, l’organismo ha reagito e la dottoressa Alongi ne è venuta fuori. Adesso racconta: “Ho avuto paura di morire e ho fatto tanti pensieri neri. Ho sperimentato la solitudine delle persone che si ammalano di Coronavirus. C’era la tosse, c’era la fiacchezza del corpo, c’erano tanti malesseri, è come se ti passasse addosso un camion. Io ho avuto fortuna, adesso i miei anticorpi sono in quantità enorme, come se mi avessero somministrato più di un vaccino. Sono pronta a rientrare, perché non sopportavo più di restare ferma”.

E così risponderà presente il prossimo lunedì e già martedì sarà sulla sua ambulanza, una casa per chi è del mestiere. “Le mie giornate a bordo mi sono mancate, non so come spiegarlo – confessa lei, spiegandosi benissimo – è come se l’equipaggio fosse la tua seconda famiglia con i pazienti che soccorri. Quello che ho provato, comune a molti, ma, lo ripeto, io sono stata fortunata, è un’esperienza al limite. Mi sento ancora più stabile, ancora più in grado di aiutare le persone, perché la normale fragilità che ti prende in questi casi diventa una risorsa, si trasforma in forza. Ecco, non so come spiegarlo…”.

Ma ancora una volta la spiegazione è chiarissima e riguarda la coscienza di sé e della propria missione, con un’idea generosa del prossimo che era presente e che si rafforza nella condivisione di una lotta contro il mostro. La dottoressa Alongi è abituata a combattere anche oltre il camice bianco. Molti anni fa, la sua vera casa bruciò con il palazzo di piazza generale Cascino, per l’incendio famoso e tragico di un negozio di giocattoli. Un dramma da cui è venuta fuori, con la sua famiglia, a poco a poco, ricostruendo una vita normale.

Ora la ripresa sul campo di battaglia, dopo quasi tre mesi di necessaria latitanza. “Ho letto tanto – dice la dottoressa Alongi – mi sono riposata, anche se non avrei mai voluto. I miei colleghi sono molto premurosi e sono bravissimi, mi saranno di grande aiuto”. Ma pure lei è bravissima, come sanno quelli che la conoscono e quelli che le vogliono bene. Quando arriva infonde sicurezza e sa trattare la varietà delle avventure che capitano su un mezzo del 118. Un giorno, per esempio, l’assistenza una mamma che partorì proprio in ambulanza. Il vagito di una vita nuova venne diffuso dalla radio e ricevette il saluto gioioso di tutti i ragazzi dell’emergenza. Abbiamo bisogno di ricordarlo oggi, che c’è una disperata voglia di rinascere.


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