TRAPANI- “Le minacce alla nostra famiglia sono continuate anche dopo l’uccisione di mio papà e per questa ragione, con mamma e le mie sorelle siamo state costrette a lasciare Trapani e a trasferirci al Nord”. Lo ha rivelato Marene Ciaccio Montalto, figlia del sostituto procuratore Giacomo, assassinato a Valderice il 25 gennaio 1983, a margine della presentazione del libro di Salvatore Mugno, “Una toga amara. Giangiacomo Ciaccio Montalto, la tenacia e la solitudine di un magistrato scomodo”. Marene Ciaccio Montalto è oggi a Trapani, assieme alla sorella Silvia, per partecipare alle manifestazioni promosse in occasione del trentennale dell’omicidio: in mattinata un dibattito, alla presenza di magistrati, all’Istituto comprensivo intitolato al magistrato ucciso dalla mafia.
Poi una seconda rivelazione: Ciaccio Montalto teneva un diario che i familiari non hanno più trovato. “Me lo ha riferito mia mamma (Marisa La Torre, morta poco tempo fa, ndr); mio papà teneva in casa un diario, una sorta di agenda, dove appuntava notizie sul suo lavoro; dopo che gli investigatori hanno acquisito della documentazione a casa nostra, di quel diario non abbiamo saputo mai più nulla. Ogni ricerca è stata vana”, dice la figlia. Marene Ciaccio Montalto, come pure la sorella Silvia, tuttavia, non ne conoscono il contenuto, ma definiscono l’episodio “inquietante”.