CATANIA. Un asfalto che conta le croci. Una strada che resta luogo di cronaca nerissima. Un percorso di morte che ha visto spazzare via nel corso degli anni, dei decenni, sorrisi e vite. Esattamente com’è accaduto ieri: Antonio Emanuel Colino. Ecco cos’è oggi al Statale 284. Un’arteria stradale pericolosissima che attende l’ampliamento non più procrastinabile delle carreggiate.
Finisce di pranzare a casa Antonio e poi si rimetterà a bordo della sua Peugeot e recarsi a Catania dove lavora in un’impresa di telecomunicazioni. Per l’ignaro e incolpevole 45enne originario di Paternò ma da tempo residente a Santa Maria di Licodia, saranno gli ultimi istanti di vita. Viene centrato in pieno dal furgone che centrerà anche una famiglia di Ragalna che stava facendo ritorno a casa.
Per Antonio Emanuel Colino non c’è stata alcuna speranza alla quale aggrapparsi.
Una fine ingiusta e inaccettabile in una Strada Statale che è un’autentica sciagura per chi la percorre: un luogo insicuro, pericoloso e che tiene nell’ostaggio della paura chiunque la percorra.
Non se ne può più.
Che sia autovelox o spartitraffico, che si intervenga subito: si intervenga immediatamente.
Venga dato un segnale forte.
Antonio aveva 45 anni. Lascia moglie e due figlie.
La fine di Antonio nella Statale che conta le croci sull’asfalto
La vittima dell'incidente di ieri, lascia moglie e due figlie. La Statale 284 resta una delle arterie siciliane più pericolose.
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