Mercoledì 14 novembre al Kursaal Kalhesa (Foro Umbero I, 21), Antonino Buttitta e Adriano Sofri presenteranno il romanzo di Mario Giorgianni, “La forma della sorte” (Sellerio), una delle più commoventi narrazioni di Palermo. Si tratta di un racconto che non ha paura di mescolare lo sguardo soggettivo del narrante, la forza delle proprie emozioni vitali, con le mille storie raccontate. Cioè di raccontare, in realtà, uno sguardo che passa malinconicamente su una città malinconica.
Mario Giorgianni è morto nel 2011. Ha lasciato inedito questo singolare romanzo che racconta una città, Palermo, come forse non si è fatto mai: come una città di fantasmi. Ectoplasmi urbanizzati (un po’ come quelli di Buzzati) che non hanno bisogno di situazioni gotiche per apparire, ma che della città, causa il suo stratificarsi nel tempo e nello spazio, sono i naturali abitanti. E anche solo l’uso funzionalmente narrativo dei nomi autentici delle vie e dei luoghi (nomi segreti, di fatto, spesso sconosciuti o storpiati dai cittadini stessi e che raramente si trovano nei libri), in se stessi fantastici e fantasmagorici, dà l’effetto di una sorta di città occulta, sviluppatasi indipendentemente per ospitare diverse dimensioni dell’esistenza.
Giorgianni, architetto, è nato e vissuto a Palermo, dove ha insegnato Progettazione e Composizione alla Facoltà di Architettura. Ha scritto saggi sulla storia delle città e sul paesaggio della Sicilia. Con questa casa editrice ha pubblicato: La pietra vissuta. Il paesaggio degli Iblei (1978), Il taglio di via Roma (2000), Ricerca e didattica nella progettazione architettonica (2004) e ha curato insieme ad Antonio Santamaura l’opera di Vincenzo Di Giovanni Palermo Restaurato(1989).