La guerra dello spaccio allo Zen | Due arresti per tentato omicidio - Live Sicilia

La guerra dello spaccio allo Zen | Due arresti per tentato omicidio

Lo Zen di Palermo

Risolto il giallo sull'agguato di sette mesi fa a Khemais Lausgi, conosciuto col nome Gabriele Alì

PALERMO – Ci sarebbe una guerra fra bande che si contendono le piazze dello spaccio dietro il tentato omicidio di Khemais Lausgi, avvenuto nell’ottobre 2016 allo Zen.

I poliziotti della Squadra mobile hanno arrestato Vincenzo Viviano e Vincenzo Maranzano. Contro Lausgi, 29 anni, tunisino di origini ma palermitano di nascita, furono esplosi diversi colpi di pistola, in via Costante Girardegno, che lo raggiunsero al torace, al braccio e al gluteo. Pochi giorni prima il bersaglio di un altro tentato omicidio era stato Benedetto Moceo, 48 anni, ferito via al termine di un inseguimento sui tetti delle case della stessa strada. Si scoprì che a fare fuoco era stato il figlio, Calogero Moceo. L’assenza del giovane ventenne aveva insospettito i poliziotti, guidati dal capo della Mobile, Rodolfo Ruperti.. Avevano sparato al padre, ma Calogero non si era fatto vivo. Né con una chiamata ai familiari, né con una visita all’ospedale Villa Sofia. La sera stessa del tentato omicidio Calogero era salito su un treno con destinazione Bologna dopo avere fatto tappa a Napoli. E fu arrestato.

Moceo padre era stato pizzicato qualche mese fa all’interno di un magazzino. Nascondeva nove involucri di cocaina e una busta con 29 dosi di marijuana e hashish. L’ipotesi, dunque, è che il secondo tentato omicidio era la reazione al primo. Qualcuno aveva risposto al fermento di Lausgi prendendo di mira Benedetto Moceo.

Ora su richiesta della Procura il giudice per le indagini preliminari ha emesso due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di coloro che avrebbero ferito Lausgi, divenuto il ras dello spaccio di droga controllato da Cosa nostra. I padiglioni sono da sempre attraversati da fibrillazioni. Il tunisino, che tutti chiamano Gabriele Alì, ha scalato le posizioni di potere entrando in contrasto con una banda avversaria.


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