PALERMO- Michele ha compiuto cento anni, il 29 settembre scorso, e oggi ha festeggiato con i figli e i nipoti, amatissimi, con la sua famiglia desiderosa di ringraziarlo, con il presidente della settima circoscrizione, Michele Maraventano, in una cerimonia sancita da una lettera del sindaco, Leoluca Orlando. Cento anni sono un bel traguardo, ma cento anni d’amore rappresentano una benedizione per sé e per gli altri.
Amore come quello che suo nipote ha messo nel raccontare la storia del nonno in una scheda che, volentieri, ‘saccheggiamo’: “Il 29 settembre 2020 il signor Michele Castello compie 100 anni. Michele, infatti, nasce il 29 settembre 1920 a Mussomeli un paese dell’entroterra siciliano. A scuola frequenta solo le elementari fino alla quinta classe. In seguito, come i suoi coetanei, il lavoro. A 19 anni la chiamata alle armi, non ha compiuto 20 anni quando raggiunge il 9° reggimento “Lancieri di Firenze” a Ferrara. Poi la guerra e tutta la stagione post-armistizio. Michele si trova in Francia e rientra a piedi al paese di origine. Durante il tragitto per sfuggire alle rappresaglie tedesche si nasconde nella cavità di un pozzo per circa venti giorni nei pressi del Napoletano. Finita la guerra si torna alla vita normale. Michele tenta l’esperienza in miniera in Francia; tuttavia dopo l’esplosione a causa del grisou in una galleria, dove muoiono i suoi compagni, lascia il lavoro e torna in Italia. Nel 1958 sposa Francesca Noto dalla quale avrà due figli: Francesco e Marica”.
“Nel 1967 a causa di una crisi lavorativa torna ad emigrare. Questa volta in Inghilterra dove lavora in fonderia. Michele però ha un sogno: l’avvenire dei figli, così decide di rientrare in Italia dove riesce nell’intento: far laureare i figli. Marica è oggi una brillante avvocatessa, Francesco è un commissario del corpo forestale della Regione Siciliana. L’unico rimpianto oggi è la mancanza della moglie alla quale era legatissimo e con la quale ha condiviso oltre 50 anni di vita comune tra sacrifici e soddisfazioni. Oggi vive con la figlia tra l’affetto dei cari ed in particolare quello dei nipoti”.
Insomma, una storia che ha, in certi tratti, il sapore delle avventure di Sandokan, solo che questa è vera: la guerra, il ritorno, il lavoro… La storia di tante persone, ognuna speciale a suo modo, perché intessuta del coraggio di chi ha costruito, nonostante gli orrori patiti, o forse, soprattutto per questo. Per contribuire a scrivere una pagina nuova. Cento anni d’amore, auguri Michele. Che cos’è, infatti, l’amore, se non la scrittura di un mondo più buono?