La guerra nel Pd dopo il referendum | Ora Caltagirone vuole "tutelarsi" - Live Sicilia

La guerra nel Pd dopo il referendum | Ora Caltagirone vuole “tutelarsi”

Cardiel: "Un atto d'amore"
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“Assoluta legittimità” del referendum sul sostegno del Pd al governo Lombardo del 9 gennaio scorso che ha ottenuto il 97% dei ‘no’ all’accordo; “evidente nullità, per radicale difetto di potere da parte del segretario regionale Giuseppe Lupo”, del commissariamento della segreteria locale; conferma “piena fiducia” al segretario “commissariato” Gaetano Cardiel e alla segreteria; mandato a questi ultimi di promuovere nelle sedi proprie “tutte le iniziative opportune e necessarie per garantire la tutela dell’autonomia politica del circolo e dei suoi organismi”.

Sono le decisioni del direttivo del Pd di Caltagirone, convocato dal presidente del circolo Rocco Testa e di altri 42 componenti l’organismo cittadino. Nella risoluzione si sottolinea tra l’altro che la Commissione provinciale di garanzia del partito ha dichiarato impraticabile la strada del referendum “senza avere svolto alcuna istruttoria né alcuna audizione della parte contro-interessata, disattendendo così tutte le procedure e le garanzie procedimentali stabilite dal regolamento nazionale delle commissioni di garanzia”. Il direttivo del circolo del Pd di Caltagirone evidenzia altresì che “il commissariamento effettuato dal segretario regionale è un atto non consentito dallo statuto nazionale e compiuto in palese violazione dello statuto regionale dal momento che esso, all’articolo 44, pone esclusivamente in capo alla direzione regionale, sulla base di una maggioranza qualificata, l’esercizio dei poteri sostitutivi”.

“La nostra decisione di celebrare il referendum nonostante il ‘niet’ del segretario regionale, Giuseppe Lupo, è stato un atto dovuto nei confronti di tantissimi militanti ed elettori, che hanno così potuto esprimere la loro opinione su una scelta decisiva per il futuro del Pd e della Sicilia”. Lo afferma il segretario ‘commissariato’ del Pd di Caltagirone, Gaetano Cardiel, commentando il documento approvato dal partito calatino. “Ma è stato anche un atto d’amore, e non certo d’ostilità – aggiunge Cardiel – verso un partito, il Pd, che per essere all’altezza della responsabilità che una fase così grave e difficile pone su di esso, non può essere partito riformista senza popolo: deve avere la forza di non rinunciare al suo tratto distintivo di formazione politica aperta in grado di coinvolgere nelle scelte fondamentali non solo gli iscritti ma anche gli elettori”.


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