(rp) La Lazio vince una partita che non avrebbe meritato di vincere. Ma il Palermo, forse, avrebbe meritato di pareggiarla più per il cuore che per il gioco. Una volta ha tirato la Lazio nella porta dell’incolpevole Sirigu, ottimizzando al massimo. Le occasioni dei rosanero si contano sulle dita di una mano. Un miracolo di Muslera, un’altra bella parata e un rigore negato.
Ora, sul rigore negato per un fallo di mano che è apparso abbastanza evidente, potremmo costruirci una lamentela sconfinata, con l’arbitro protagonista in negativo, secondo un consunto registro. La verità è un’altra: il Palermo non ha messo in campo il suo gioco migliore, è rimasto soffocato nelle spire di Reja. Pastore ha acceso la luce ad intermittenza. Pinilla si è battuto con ardore e senza costrutto, costringendo una volta al miracolo Muslera, nell’occasione che tutti hanno visto, conclusa con un gancio di Pastore salvato da una miracolosa schiena biancoceleste. Balzaretti ha corso da valoroso. E quando il suo cross è stato intercettato da una manina maligna in area, a molti è parso che il rigore ci fosse. All’arbitro Damato, no. Tuttavia, si tratta di cavalcate eroiche solitarie. E’ mancato l’insieme. E i vuoti in panchina sono pesi che condizioneranno il campionato rosanero. Maccarone sembra un Julio Baptista peggiorato.
La Lazio ha interpretato la partita con la solita faccia sporca. Golletto di Dias – gran pedata su angolo, sfruttando la dormita della difesa in rosa – e conservazione del medesimo. Redditizio finché dura e poco bello da vedersi. Anzi, bruttarello Comunque, complimenti alla capolista. E biasimo per certi suoi tifosi che hanno insultato ripetutamente il giornalista Rai Cerqueti in tribuna stampa e vai a sapere perché. Non sapere perdere è grave. Non sapere vincere è peggio.
