La lite, l'omicidio, gli sms - Live Sicilia

La lite, l’omicidio, gli sms

Così l'hanno scoperto
di
2 min di lettura

Gianfranco Bari, l’omicida della ragazza di 22 anni di Augusta, ha raccontato agli investigatori che la sera il 25 maggio aveva accompagnato Francesca Ferraguto dall’estetista, in serata era passato a riprenderla e, insieme, avevano mangiato un panino fuori. Poi il ritorno a casa, dove i due vivevano. L’uomo era separato e i suoi tre figli, nati dal precedente matrimonio, che gli erano stati affidati, abitavano con i suoi genitori. Una volta a casa tra i due era scoppiato un litigio, l’ennesimo, ma questa volta con un epilogo tragico. Anche dalle testimonianze di amici e parenti della vittima è emerso che la relazione tra i due fosse a tratti burrascosa. Inizialmente Gianfranco Bari agli inquirenti aveva raccontato che dopo la litigata aveva fatto una doccia e mentre era in bagno aveva sentito il rumore della porta di casa che si chiudeva con violenza: Francesca era andata via. L’uomo costruisce il suo alibi così: telefona dal suo cellulare a quello di Francesca lasciandole messaggi in segreteria telefonica e invitandola a ritornare. Nei giorni successivi, utilizzando il telefono cellulare della compagna che aveva con sé, invia alcuni sms sia al proprio telefonino che a quello della madre, e anche ad un sottufficiale dei carabinieri, suo conoscente, che si stava occupando delle ricerche della ragazza. Nel testo dei messaggini Bari, fingendosi Francesca, scrive di essersi allontanata da casa perché vuol stare sola. I messaggi giungono da parti diverse del territorio, avvalorando per gli investigatori – che avevano messo l’utenza sotto controllo – l’ipotesi di un allontanamento volontario.
La svolta nelle indagini sull’ omicidio di Francesca Ferraguto avviene quando l’assassino, Gianfranco Bari, commette l’unico errore di questa vicenda: una sola volta pone la sim card della ragazza nel suo telefono personale per leggere alcuni messaggi. In quel momento gli investigatori hanno la certezza che l’uomo ha anche il telefono (trovato ieri sera nell’abitazione rurale dei genitori del fermato) e la sua sim. Nel tentativo di depistare gli investigatori, Bari inserisce la sim del telefono di Francesca in un altro suo vecchio apparecchio telefonico: sale su un treno diretto a Milano ma prima che il convoglio si muova nasconde il cellulare acceso nell’imbottitura di un sedile e scende. Il telefono di Francesca parte da solo per Milano per poi tornare, alcuni giorni dopo, ormai spento, ad Augusta. I carabinieri presidiano le stazioni di Catania e Augusta ma in quel treno, dove Francesca non è mai salita non c’é ovviamente traccia della ragazza. Questi spostamenti virtuali di Francesca lungo l’Italia trovano eco, hanno spiegato gli investigatori, anche nella trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto”, che si occupa del caso in più di un’occasione. Diverse le segnalazioni di persone che affermano di aver visto e anche parlato con Francesca. Tutto questo sembra dare credito all’ alibi di Bari. Ma il pm Manuela Cavallo è convinta che quella di Francesca non sia una sparizione volontaria e va dritta per la sua strada. Ieri pomeriggio convoca per una nuova audizione l’operaio, che messo alle strette, incalzandolo in particolare sulla vicenda delle sim card, confessa.

Fonte Ansa


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI