Si ricomincia dalle Province | Prove tecniche di maggioranza - Live Sicilia

Si ricomincia dalle Province | Prove tecniche di maggioranza

Il governatore durissimo dopo il voto di ieri: "Qualche deputato vuole usare il tema delle Province come moneta di scambio. Non capisco né i grillini né il centrodestra: Alfano non è un alleato del Pd a Roma? Il voto segreto è inaccettabile, ciascuno ci metta la faccia. Così non si può andare avanti". E' terminato il vertice. La maggioranza vuole ricompattarsi.

Dopo il ko sulle Province
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PALERMO – “Basta col voto segreto. I deputati non siano codardi e ci mettano la faccia”. Il giorno dopo il ko in Aula della norma sulle città metropolitane, il presidente della Regione Rosario Crocetta passa al contrattacco. E nel suo mirino, oltre agli alleati, che hanno fatto andare sotto il governo nella votazione di ieri e con i quali il governatore si confronterà nelle prossime ore in un vertice a Palazzo d’Orleans, ecco spuntare anche i deputati di opposizione e i loro leader nazionali.

“Accorgersi oggi – dice infatti il presidente – che questo governo non abbia una maggioranza politica è come scoprire l’acqua calda. Ma quella numerica doveva essere garantita. E i numeri sono quelli che hanno, pochi mesi fa, portato alla bocciatura della mozione di sfiducia nei miei confronti. A meno che – ecco la prima stoccata del presidente – io non debba pensare che in quel caso i deputati abbiano pensato unicamente a conservare il proprio posto. Sia chiaro, nessuno pensi che si possa vivacchiare in questo modo ancora a lungo”.

E la maggioranza è stata convocata questa mattina dal governatore. Presidente e deputati si guarderanno in faccia. E proveranno a far luce su assenze sospette e franchi tiratori. “Come mi spiego la mancanza di quei numeri ieri? – dice Crocetta – al di là del funzionamento del sistema di votazione elettronica, non vorrei che qualche parlamentare si sia convinto che il voto sulle Province possa essere considerata una moneta di scambio per qualcos’altro. Magari vogliono mettere sul tavolo il riassetto in giunta, e poi mi chiederanno dei vertici delle Asp, poi magari dei geni civili e degli Urega. Alla fine, non mi resterà che andarmi a consegnare alle forze dell’ordine. Sulle Province, non sarà ammesso nessuno scambio, che sia chiaro”.

Ma come detto, oltre alla maggioranza, Crocetta è molto critico nei confronti del centrodestra e del Movimento cinque stelle. “Non ho compreso – ammette il governatore – il voto dei grillini. Sentirò il capogruppo per capire se il loro ‘no’ riguarda l’intera riforma o solo la questione delle città metropolitane”.

Nei confronti del centrodestra, poi, un po’ a sorpresa, Crocetta è durissimo. “Mi risulta – dice infatti – che Angelino Alfano sia un alleato del Pd a livello nazionale. Allora qualcuno mi dovrà spiegare per quale motivo il leader del Nuovo centrodestra si sta accordando a Roma sull’abolizione delle Province, mentre i suoi deputati a Palermo vanno nella direzione opposta. La stessa cosa sta facendo Forza Italia, che si è accordata con Renzi allo stesso modo. Evidentemente – aggiunge Crocetta – queste forze politiche stanno combattendo una battaglia strumentale per paralizzare l’attività del governo. Ma davvero pensano che si possa tirare avanti così per i prossimi quattro anni? Questa vicenda – conclude Crocetta – avrà refluenze nazionali gravissime”.

Al di là degli aspetti politici, però, eccone uno “tecnico”. Il vero nemico di ieri sera, insomma, sarebbe stato il voto segreto. “Mi chiedo se sia moralmente ammissibile – dice Crocetta – prevedere il voto segreto su vicende che non hanno refluenze etiche e che non attengono alle convinzioni personali e intime dei deputati. Io credo semmai che su un tema come quello delle Province i cittadini siciliani abbiano il diritto di sapere come hanno votato i deputati. Chiedo, quindi, il ‘voto registrato’, altro che voto segreto. Basta con le imboscate. I parlamentari non siano codardi. E la smettano – conclude il presidente – di nascondersi dietro a un bottone”.

Insomma, il governatore è stanco: “E’ ora di finirla con l’assioma secondo il quale, se si fanno le cose è merito di tutti, e se non si fanno la colpa è di Crocetta. Io rappresento un progetto. Le forze politiche che lo hanno sposato devono parlare chiaro: vogliono gestire l’agonia delal Sicilia o la resurrezione?”.

E prima di tornare nuovamente in Aula, Crocetta e capigruppo di maggioranza si guarderanno negli occhi in un vertice a Palazzo d’Orleans. “Non si può pensare di affossare la riforma – dice il capogruppo del Partito democratico Baldo Gucciardi – e chi vuole farlo si prenda almeno la responsabilità di metterci la faccia. Il voto segreto uccide la dignità del parlamento. Crocetta vorrà sapere da noi cosa fare – commenta il capogruppo Pd – ma per quanto mi riguarda possiamo fare tutte le riunioni che vogliamo, il problema è il pulsantino. Chiedo a tutti i deputati di rinunciare almeno per questa riforma al voto segreto. Le riunioni in questo momento sono inutili”.

Aggiornamento
Avanti con la riforma delle Province e poi, a legge approvata, entro sei mesi col nuovo ddl sulle competenze dei Liberi consorzi governo e maggioranza disciplineranno le città metropolitane, la cui istituzione è prevista all’art.7 del testo in discussione, nella parte cassata ieri col subemendamento di Forza Italia, passato col voto segreto a sala d’Ercole. E’ quanto emerge al termine del vertice convocato dal governatore Rosario Crocetta con i capigruppo della maggioranza. “Abbiamo condiviso l’esigenza che la maggioranza sia più compatta e coesa – dice il capogruppo dei Drs, Giuseppe Picciolo – Non è cambiato nulla, nonostante il voto di ieri. Crocetta è sereno e motivato. Intende portare avanti la riforma e la maggioranza è con lui”. Dopo il vertice a Palazzo d’Orleans, ogni capigruppo della maggioranza riunirà i propri deputati prima della ripresa dei lavori parlamentari. “L’esigenza è serrare le fila e portare a casa la riforma – afferma il capogruppo dell’Udc, Lillo Firetto – Nell’Udc non ci sono problemi politici”.

(ha collaborato Chiara Billitteri)


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