La maratona finisce in tragedia| ed è polemica sui soccorsi - Live Sicilia

La maratona finisce in tragedia| ed è polemica sui soccorsi

La Procura apre un'inchiesta per accertare che il servizio dei soccorsi sia stato disposto regolarmente per la manifestazione. Vincenzo Mutoli, 46 anni, (nella foto) lascia una moglie e un figlio: colto da un infarto si è accasciato al suolo quando mancavano 400 metri al traguardo.

Il dramma durante la manifestazione
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Per Vincenzo Mutoli, barbiere palermitano di 46 anni, correre era una passione. Un senso di libertà unico, che gli permetteva di staccare la spina dalla routine quotidiana. Si allenava, partecipava periodicamente alle gare che si organizzavano a Palermo e provincia, fino allo scorso anno, quando aveva preso parte alla Corsa del Mare che si svolge ad Isola delle Femmine e alla stessa Maratona palermitana, dove era arrivato 270esimo. Ma oggi il suo addio allo sport, alla moglie al figlio Salvo di 21 anni è stato traumatico, sia per il modo in cui è avvenuto, sia per le polemiche sui soccorsi che hanno avvolto la sua morte. L’atleta stava partecipando stamattina alla Maratona Internazionale di Palermo, col pettorale 1003. Al via era tutto pronto. Mutoli stava bene e anche le carte che aveva presentato alla propria associazione, la “Fiamma Rossa”, certificavano la sua buona salute. Ma il nero su bianco non è bastato.

Un dolore forte al petto, lancinate, a quattrocento metri dal traguardo di Piazza Croci l’ha fatto accasciare al suolo e da quel tratto di asfalto nei pressi del Giardino Inglese, Mutoli non si è più mosso. Se non per opera dei soccorritori. I primi ad arrivare sarebbero stati quelli dell’ambulanza dell’equipe che prestava servizio per la manifestazione, quindi un mezzo che non apparteneva al 118, avvisato subito dopo. A finire nell’occhio del ciclone è proprio la tempestività dei soccorsi: alla base ci sarebbe stata una mancata comunicazione alla Sues 118, proprio come ha spiegato Gaetano Marchese, direttore della centrale operativa che controlla la zona Palermo e Trapani. “Gli organizzatori – ha affermato Marchese – hanno delegato strutture sanitarie private. Nessuno ci ha informati. E io non ho appreso della manifestazione neanche dalla stampa. Ho saputo che c’era la maratona stamattina quando ho trovato la strada vicino casa chiusa dalle transenne.

Non voglio polemizzare con nessuno – sottolinea Marchese – ma noi siamo una funzione 2 di protezione civile per la sanità nelle maxi emergenze: perché non ci hanno avvertiti? Lungo il percorso – conclude – c’erano  inoltre defibrillatori e ambulanze private. L’atleta si è sentito male verso le 10.30. È stato portato dall’ambulanza privata nel posto medico vicino al Giardino Inglese e noi siamo stati avvertiti alle 10.36. Il mio operatore mi ha detto che l’ambulanza del 118 e l’automezzo col medico rianimatore, hanno avuto difficoltà a raggiungere il paziente perché sono stati fermati durante il tragitto nel percorso di gara. Insomma, noi dovevamo essere informati dagli organizzatori, dai patrocinatori da chiunque ma ciò non è avvenuto. D’altronde siamo operativi in ogni evento in cui si può verificare un’emergenza e che coinvolge molte persone: siamo presenti durante il festino di Santa Rosalia, alla salita dei fedeli a Monte Pellegrino, durante i `Misteri´ di Trapani, ma oggi no.”

In seguito a tali dichiarazioni, il sindaco Leoluca Orlando ha detto: «Non posso che ricordare da un lato che il Comune non ha alcuna responsabilità nell’organizzazione della manifestazione e dall’altro che, per quanto mi è stato riferito ed è stato annunciato stamattina alla partenza della gara, lungo il percorso erano stati installati decine di defibrillatori, affidati a personale esperto e qualificato chiaramente e facilmente identificabile da un palloncino». Insomma, ci sono diverse ombre sulla tempestività dei soccorsi e numerosi punti interrogativi sui motivi degli eventuali ritardi. Per questo Il procuratore aggiunto Maurizio Scalia ha aperto un fascicolo d’indagine. La procura delegherà domani alla polizia giudiziaria indagini per appurare se il servizio di soccorso era stato predisposto adeguatamente e nel rispetto delle norme. D’altro canto, dal comitato organizzativo della Maratona è stato spiegato che: “I sanitari sono arrivati immediatamente sul luogo in cui Mutoli si è accasciato. Il primo a soccorrere l’atleta è stato il responsabile sanitario del percorso, il dottore Salvatore Salzano, che ha effettuato un primo massaggio cardiaco. Subito dopo è stato azionato il defibrillatore, l’equipe di medici si è messa interamente al lavoro – precisano -. Poi Mutoli è stato intubato e trasportato all’ospedale di Villa Sofia dal 118, ma è arrivato senza vita, non c’è stato nulla da fare”.

Carmelo Pullara,  commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Civico di Palermo,  precisa che “dopo avere acquisito tutti gli elementi necessari alla ricostruzione dei fatti, in raccordo con il direttore della centrale operativa del 118, Gaetano Marchese, non c’è alcuno spunto o alcuna motivazione per una polemica con il Comune di Palermo con il quale, al contrario, si registra una proficua e costante collaborazione sui temi che riguardano la sanità e la salute dei cittadini. L’intervento dell’ambulanza del 118, così come testimoniano i dati della centrale operativa che ha sede all’Ospedale Civico, è stato tempestivo e assolutamente in linea con gli standard della normativa vigente”. Nell’esprimere dispiacere e cordoglio per la morte del maratoneta, il commissario straordinario dell’Arnas Civico, aggiunge  che “il fatto non può essere oggetto di strumentalizzazioni e ricostruzioni non perfettamente aderenti alla realtà.  Con molta probabilità la concitazione conseguente al decesso dell’uomo ha determinato una non puntuale e chiara  rappresentazione dei fatti che, ripercorsi con serenità, non lasciano intravedere alcuna responsabilità”.

Ma le polemiche non finiscono qui, perché oggi, in molti, non erano d’accordo col continuare la gara: è assurdo non sospenderla e annullare soltanto la cerimonia di premiazione – ha detto un atleta – è un atteggiamento ipocrita e poco rispettoso”. Mutoli è morto in ambulanza, nel corso del trasporto all’ospedale di Villa Sofia, dove amici e parenti hanno potuto dargli l’ultimo saluto soltanto quando è stato trasferito nella camera mortuaria. Tra questi, il capo squadra de “La Fiamma Rossa”, Nino Cicerona: Siamo sconvolti, sono stati momenti terribili e quello che ci aspetta sarà ancora peggio. Vincenzo era un grande compagno nello sport”.

Una giornata spensierata, così, si è trasformata in tragedia per migliaia di corridori e spettatori della manifestazione. Mutoli ha perso i sensi ed è arrivato già senza vita all’ospedale di Villa Sofia: “non riesco a trattenere lo sconforto per quanto successo – aggiunge – è incredibile come tutto possa finire in un milelsimo di secondo. Nella nostra squadra siamo almeno quaranta – precisa – ed oggi abbiamo partecipato tutti alla gara, che abbiamo atteso a lungo, ma non ci aspettavamo che ci crollasse il mondo addosso”.

Nella squadra “Fiamma Rossa”, in molti sono vigili del fuoco o ex vigili del fuoco, proprio come Cicerone: “Ma partecipa anche chi non è mai stato nel settore, Mutoli ad esempio – precisa il capo squadra – era un barbiere. Aveva un’attività commerciale in città nella zona di via Oreto, dove viveva con la sua famiglia. Ancora non ci crediamo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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