La mia Palermo ha da sempre due anime e due facce. Una che guarda avanti, che coglie e raccoglie, l’altra che volta lo sguardo altrove e ignora, dimentica, mostra indifferenza. Purtroppo, in questi anni, la Palermo dell’indifferenza ha avuto la meglio, favorita da un’amministrazione che ha ridotto e sperperato la spesa sociale. Il centro è stato lasciato all’anarchia, le periferie sono state abbandonate. Presidi di legalità come le scuole, da Brancaccio allo Zen, sono diventate oggetto di continui attacchi da parte dei vandali. Sono stati costruiti nuovi asili, ma le porte sono rimaste chiuse. Che poi su tutto questo sfacelo si sia abbattuta la scure dei tagli agli enti locali, da Roma alla Regione, non deve spingere a trovare alcun paravento di scuse, ma semmai ribadisce l’irresponsabilità di una gestione così dissennata della cosa pubblica.
Dico irresponsabile, ma è un termine quasi morbido dinanzi alla bomba sociale che, lentamente, sta gonfiando nel ventre profondo della città, all’ombra dell’indifferenza del Palazzo. Proviamo a girare per le periferie, per i vicoli umidi e sporchi del centro storico, o ancora tra le pareti scalcinate delle scuole. Vedremo una Palermo dove dilaga il disagio sociale, che non è solo povertà, ma assenza di appigli, di prospettive, di futuro. Sono mondi abbandonati, lasciati a se stessi, dove parole come solidarietà e legalità sono ormai un lontano ricordo dei tempi in cui la città aveva provato a risvegliarsi dal torpore dell’omertà e a recidere i tentacoli di Cosa nostra.
Purtroppo, quel moto di riscossa civica e sociale si è interrotto. E di questa paralisi non abbiamo capito le drammatiche conseguenze.
Le stiamo scoprendo oggi, a poco a poco, leggendo stupiti le cronache che parlano di madri che quasi uccidono i propri bambini, di giovani ragazzi migranti pestati violentemente nell’indifferenza di una piazza. E stiamo scoprendo che questa città non ha risposte efficaci né per proteggere le vittime, né per redimere i carnefici.
Ma non solo. Leggendo degli ultimi arresti di mafia su Livesicilia, un utente ha lasciato un commento in cui si chiedeva come poteva esserci questo continuo ricambio tra le fila della criminalità organizzata. Purtroppo, questo ricambio è frutto proprio del crescente disagio sociale della città. Nasce nel vuoto di solidarietà, tra le crepe dei tetti delle scuole, nell’assenza di prospettive lavorative che si accompagna all’assenza di punti di riferimento positivi. Nasce nella Palermo dell’indifferenza. Che se la prende con la crisi economica e fa spallucce, prima di tuffarsi nel lusso luccicante e applaudire entusiasta all’apertura dell’ultima boutique dell’alta moda.