La morte della hostess a Vienna, lunedì è un giorno decisivo

La morte della hostess a Vienna, lunedì è un giorno decisivo

Cosa chiedono i familiari di Aurora Maniscalco

PALERMO – Domani, lunedì 30 giugno, è un giorno decisivo nella tragica vicenda di Aurora Maniscalco. I familiari della hostess morta a Vienna precipitando dal terzo piano di un palazzo hanno presentato delle istanze integrative alla Procura della Repubblica di Palermo.

Tramite l’avvocato Alberto Raffadale chiedono di sviluppare le indagini, convinti che “possano giungere ad esiti diversi da quelli degli investigatori austriaci”. L’autorità giudiziaria di Vienna ha respinto l’istanza dei familiari di eseguire l’autopsia.

Sulla base delle testimonianze di alcuni passanti e del fidanzato della ragazza, che si trovava con lei in casa al momento della tragedia, hanno concluso che si è trattato di suicidio o di un terribile incidente. Certamente non è stato un omicidio. Secondo l’avvocato Raffadale, ci sono tutti i margini per applicare un Ordine Europeo di Indagine Penale.

Si tratta di uno strumento di cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri dell’Unione europea che consente alle autorità giudiziarie di uno Stato membro (in questo caso l’Italia) di richiedere l’esecuzione di una o più attività investigative alle autorità di un altro Stato membro.

I familiari di Aurora non chiedono solo di eseguire l’autopsia. Ma anche di controllare i tabulati telefonici della giovane vittima, acquisire i filmati e le telecamere del palazzo, eseguire degli accertamenti dattiloscopici. In quest’ultimo caso i familiari fanno riferimento alle impronte lasciate sulla ringhiera nel balcone nella casa di Vienna.

Ci sono delle immagini, riprese dagli operatori di alcune trasmissioni Mediaset, che mostrano delle impronte la cui analisi potrebbe essere decisiva per stabilire la dinamica della caduta. L’autorità giudiziaria austriaca ha chiuso il caso. Non ci sono altri margini di tempo: domani, lunedì 30 giugno, o la magistratura italiana si attiverà oppure si procederà per il rientro della salma a Palermo.

Attualmente il corpo della povera ragazza di 24 anni si trova al General hospital di Vienna dove giunse nella notte della tragedia. Il volo da un altezza di 10 metri non le ha lasciato scampo. “Mai si sarebbe suicidata”, continuano a ripetere i parenti. Ecco perché chiedono a gran voce di accertare che cosa sia successo in casa prima e dopo la lite con il fidanzato.


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