ROMA – “I rapporti tra il dottor Manca e Bernardo Provenzano sono inesistenti dal punto di vista processuale. Manca non è stato ucciso su mandato di Provenzano”. Lo ha detto il procuratore capo di Viterbo, Alberto Pazienti, davanti all’Antimafia in merito alla morte, nel 2004, dell’urologo Attilio Manca e sui presunti collegamenti tra la morte del medico e il superboss della mafia.
“Diversa – ha detto il procuratore aggiunto di Viterbo, Renzo Petroselli – è la situazione se si guarda la morte di Manca: sarebbe morto per una overdose di eroina e tranquillanti. Il 17 febbraio 2004, pochi giorni dopo la morte del medico, la madre dichiarò di essere a conoscenza che il figlio al liceo aveva fatto uso di stupefacenti ma che poi ha cambiato vita. La perizia ha evidenziato che la morte è avvenuta per un uso non eccessivo di eroina misto a tranquillanti. E l’analisi tricologica evidenzia un precedente uso di sostanze”. L’unico appiglio, ha aggiunto il procuratore capo, “sono le dichiarazioni del pentito Setola il quale avrebbe detto di aver saputo in carcere che Provenzano si era fatto operare e avrebbe ucciso un medico perchè sarebbe stato riconosciuto. Ma sono dichiarazioni rese da un soggetto poco credibile e dopo 10 anni dalla morte di Manca”.