PALERMO – Scoppia la polemica tra l’assessore alla mobilità di Palermo Giusto Catania e il sindacato della polizia Consap. Sullo sfondo la morte di Carlo Giuliani negli scontri di Piazza Alimonda a Genova durante il G8. Ad accendere la miccia un posto pubblicato da Catania sul proprio profilo Facebook, con cui contesta la legittima difesa del carabiniere che ha sparato il colpo di pistola che ha ucciso il manifestante. ”Carlo Giuliani non era affatto vicino al difender dei carabinieri – scrive Catania -. Era in una posizione talmente lontana, almeno quattro metri di distanza, che non avrebbe mai potuto essere un pericolo per i carabinieri (non c’era solo uno!) dentro la camionetta”.
Il mezzo dei militari inoltre, aggiunge l’assessore palermitano, non sarebbe rimasto bloccato. “Era una trappola”, scrive Catania, perché si sarebbe fermato ”al centro della piazza, davanti a un contenitore, attirando manifestanti inferociti che avevano subito cariche violentissime, lanci di fumogeni e manganellate”. Ma non solo. Secondo l’assessore ”il carabiniere a bordo del defender mette il colpo in canna prima che Carlo Giuliani raccolga l’estintore (portato in piazza dai carabinieri) da terra”.
E, aggiunge Catania, ”la pistola è puntata all’altezza della testa di Carlo Giuliani e non in alto come dice la sentenza del processo, secondo cui il carabiniere avrebbe sparato in aria” e il proiettile avrebbe colpito Giuliani ”dopo essere stato deviato da una pietra lanciata dai manifestanti”. Secondo Catania, insomma, ”il Paese non ha ancora la verità sui fatti di Genova. Io, che visto la violenza di quei giorni, non mi voglio accontentare di una verità pre-confezionata. Ci sono migliaia di foto e di video – conclude – che dimostrano che la verità sul G8 del 2001 è diversa da come viene raccontata”.
Parole che non sono piaciute al sindacato di polizia Consap. ”Catania deve chiedere scusa alle forze dell’ordine per quanto dichiarato”, scrive il dirigente sindacale Igor Gelarda, secondo cui ”la libertà di pensiero e di democrazia sono sacre e inviolabili, ma i rappresentanti delle istituzioni dovrebbero fare molta attenzione prima di fare certe affermazioni”.
Gelarda ritiene ”fuori luogo” la disamina su Facebook dell’assessore Catania sui fatti di Genova, in cui sostiene che ”la vicenda della morte di Carlo Giuliani andò in modo profondamente differente da come stabilirono i giudici. Ricordo all’assessore Catania che lui non è un magistrato: con quale autorità stravolge, in maniera così decisa, le decisioni dei giudici italiani, che archiviarono il caso, e poi quella della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, che assolse il carabiniere che uccise Giuliani, stabilendo che agì per legittima difesa e utilizzò legittimamente le armi?”, si domanda il sindacalista Consap.
Che si chiede poi, come possa un ”rappresentante delle Istituzioni, arrivare a dire che i carabinieri avessero preparato una trappola” per i manifestanti. ”Nessun dubbio che alcuni aspetti del G8 di Genova abbiano rappresentato una pagina nera per la democrazia italiana – osserva Gelarda -, ma una cosa è chiedere giustizia, una cosa invece è dare sentenze senza passare dalla magistratura”.