“La nuova Irfis? una 'quasi banca' | al servizio delle imprese siciliane” - Live Sicilia

“La nuova Irfis? una ‘quasi banca’ | al servizio delle imprese siciliane”

La Regione brinda alla trasformazione dell'ex partecipata regionale: "Un'operazione trasparente".

PALERMO – Non esattamente una banca. Ma per la Regione, la “nuova Irfis” è comunque un “operatore di mercato” che si dedicherà “allo sviluppo del tessuto produttivo Siciliano”. Si legge in una nota di Palazzo d’Orleans con la quale il governo Crocetta “brinda” alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell’azienda.

“Si è voluta ridare piena operatività, linearità giuridica, finanziaria e di ruolo – si legge nella nota – a una società che, vale la pena ricordare, già opera da più di mezzo secolo sul e per il territorio siciliano con i propri bilanci storicamente in attivo. Un’operazione di trasparenza che fa definitivamente chiarezza. Oggi Irfis è un operatore di mercato, finanziariamente solido pronto a raccogliere, in pieno regime di concorrenza, tutte le sfide relative alla determinazione di procedure e prodotti finanziari utili e congrui al reale bisogno del tessuto imprenditoriale dell’isola. Un Istituto finanziario dei siciliani e per i siciliani. Su questa importante sfida dovrà oggi rendere conto ed essere giudicato soprattutto dai diretti interessati. Le imprese e tutti coloro che vogliono ritornare ad avere voglia di fare impresa in Sicilia, sotto il severo controllo della Banca d’Italia”.

E la trasformazione della “vecchia” società partecipata, nel nuovo soggetto rappresenterebbe “un’operazione in piena coerenza e continuità che chiude un percorso già intrapreso negli anni passati. Infatti – spiegano gli uffici di Palazzo d’Orleans – l’articolo 65 della recente legge finanziaria regionale ha confermato la natura di IRFIS. Articolo che è stato approvata con un consenso generalizzato da parte di tutte le forze politiche presenti all’ARS. Un dispositivo legislativo a cui Irfis non può che adeguarsi”.

Un esito “logico”, secondo la Regione, visto che Irfis era già stata una banca in passato, “partecipata per il 22% dalla Regione (il 78% da UniCredit) sino al giugno 2011, data in cui la licenza bancaria – prosegue la nota – fu ceduta alla all’ora capogruppo (UniCredit) sulla base degli accordi convenuti dal precedente governo regionale. Infatti, quando nel 2012 la Regione acquisì il 100% del capitale, l’IRFIS era già intermediario finanziario iscritto nei relativi albi nazionali. Successivamente, sulla base delle indicazioni , provenienti dalla Banca d’Italia e, infine, a seguito dell’entrata in vigore della riforma della materia, si rese necessario optare tra la re-iscrizione al nuovo Albo degli Intermediari Finanziari, oppure perdere tale natura, per rimanere una semplice società partecipata dalla Regione Siciliana”.

E la Regione ha scelto di tenersi stretta l’iscrizione all’albo. Un fatto che non si traduce, però, nella trasformazione di Irfis in una banca: “Irfis – si legge nella relazione della Regione – non è tecnicamente “banca”, bensì intermediario finanziario di mercato iscritto all’albo presso la Banca d’Italia e quindi, in quanto tale, soggetto alla stringente vigilanza regolamentare di tale istituzione. Irfis non è banca, – prosegue la nota – in quanto non può fare raccolta di denaro nel senso stringente e tradizionale del termine non potendo avere propri sportelli e conti correnti su cui lucrare per ogni movimentazione. Oggi Irfis può invece investire la propria riserva finanziaria nell’erogazione di finanziamenti alle imprese siciliane che pertanto potranno scegliere di accedere al credito anche tramite Irfis in maniera più agevole e diretta e libera da tutte quelle prassi preliminari come ad esempio aprire ennesimi conti correnti, assicurazioni e commissioni di ogni genere, ma semplicemente dimostrando la propria solvibilità nel poter restituire quanto concessogli in pieno regime di mercato e concorrenza sui tassi applicati”.

Così, la scelta della Regione avrebbe lo scopo da un lato di “snellire l’accessibilità al credito per le imprese non caricandole di costi che nulla hanno a che vedere con il loro reale bisogno” e dall’altro “di rendere fruttifere le dotazioni finanziaria oggi nelle disponibilità di Irfis”. “La funzione dell’IRFIS FinSicilia, a regime – spiega Palazzo d’Orleans – sarà sempre più quella di fornire uno strumento di finanza, anche in via complementare alle misure di agevolazione (tra cui quelle di provenienza comunitaria), nonché al contempo di rappresentare un ulteriore operatore finanziario presente sul territorio, con mission assolutamente prioritaria a favore delle aziende siciliane. Si è consapevoli che la nuova mission costituisce una sfida, per la quale il management e la struttura tutta si stanno già adoperando per fornire le adeguate risposte in termini di efficienza, celerità e comunicazione con i target di riferimento. A conferma di ciò la nuova dotazione patrimoniale risponde ad un preciso “programma di attività” già vagliato positivamente dalla stessa Banca d’Italia, nel quadro complessivo del rilancio operativo della propria partecipata, ma sempre entro gli ambiti di azione di diritto privato e del corretto regime di concorrenza”.

E ieri, come ha scritto Livesicilia, è arrivata anche la conferma in blocco del consiglio di amministrazione. In quell’occasione, fa sapere la Regione, è stato anche approvato il bilancio al 31 dicembre del 2015 “con un utile d’esercizio superiore ai 600 mila euro”. E come detto, ecco la conferma degli amministratori Rosario Basile, Patrizia Monterosso e Salvatore Parlato: “Tale volontà, come affermato dallo stesso Presidente Crocetta, – si legge nella nota – vuole confermare il lavoro svolto dall’attuale organo direzionale, che ha portato all’importante risultato ottenuto, che di fatto allontana sempre di più Irfis dalla politica per avvicinarlo alle imprese siciliane, senza aprire al “serbatoio” delle nomine e del sottogoverno. Il tutto – chiude la nota – nel pieno rispetto dei dispositivi di indipendenza indicati dall’Istituzione che da oggi rappresenta l’unico vero controllo per Irfis, la Banca d’Italia”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI