PALERMO – – Le tensioni in Siria e i relativi controlli effettuati da tutte le parti in causa spesso bloccano la consegna di farmaci raccolti in Italia e inviati agli ospedali delle città che ne hanno estremo bisogno. Ma Palermo, città fra le più povere e generose d’Italia, ha raccolto mille confezioni di farmaci e il locale Banco farmaceutico, insieme alla rete delle 24 associazioni caritatevoli collegate, è riuscito a farle consegnare personalmente all’Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, Boutros Marayati, che in una lettera aveva lanciato un accorato appello, evidenziando un drammatico fabbisogno soprattutto di antibiotici per adulti e tachipirina per bambini. In un videomessaggio l’Arcivescovo ha poi ringraziato il cuore dei palermitani.
La notizia è emersa oggi durante la conferenza stampa indetta nella prima Giornata di raccolta del farmaco (a Palermo e provincia si prosegue lunedì nelle 72 farmacie aderenti) per presentare i dati dello scorso anno. Nel 2017 sono state raccolte oltre 10mila confezioni, di cui 6.500 direttamente dai volontari del Banco farmaceutico e le altre donate alle Farmacie solidali di alcune delle associazioni e parrocchie che aderiscono alla rete. Fra queste, la Farmacia solidale dell’Istituto Villa Nave, che assiste le oltre 500 famiglie indigenti che hanno familiari in riabilitazione presso questo centro, oltre ad avere ricevuto mille confezioni dal Banco farmaceutico, ne ha ottenute 2.500 da donazioni di cittadini e dalla sovraproduzione delle industrie.
“Quest’anno – ha detto Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo – le farmacie aderenti sono aumentate di quasi dieci unità e, grazie alla generosità dei palermitani, contiamo di battere il record dello scorso anno. Purtroppo sono sempre di più i cittadini che non possono permettersi neanche di pagare il ticket e soprattutto nei mesi invernali diventa essenziale non fare mancare le cure a chi non ha alcun tipo di protezione, per evitare complicazioni. Noi farmacisti, che svolgiamo un fondamentale ruolo sociale nel territorio, contribuiamo al massimo per dare sempre maggiori risposte anche a questo problema e, in generale, ad una comunità fortemente colpita dalla perdita del lavoro”.
“I poveri sono sempre più residenti e non immigrati – ha aggiunto Giacomo Rondello, delegato provinciale del Banco farmaceutico – . Ad esempio, la parrocchia di S. Ernesto, che opera in un quartiere considerato benestante, attraverso la propria farmacia solidale assiste 380 famiglie indigenti e, di queste, solo 18 sono di immigrati. Ma la cosa che ci preoccupa è che fra i nuovi poveri sono in aumento i giovani e i minori”.
“La rete che abbiamo costruito stabilmente e alla quale ogni giorno si aggiungono componenti – ha proseguito Rondello – ormai funziona tutto l’anno grazie alla mutualità, per cui gli enti che hanno più scorte ne inviano a quelle dove più c’è richiesta, soprattutto di ossigeno, integratori, antipiretici e farmaci pediatrici. Ma la rete assicura anche assistenza medica, grazie a medici volontari che si alternano in ambulatori multispecialistici.
“Sono 20 – ha concluso Vincenzo La Mantia, coadiutore direttivo dell’Istituto Villa Nave – i medici e i farmacisti volontari che nell’ultimo anno si sono alternati per garantire il funzionamento della Farmacia solidale e dell’ambulatorio medico. A questi si aggiungono i tantissimi cittadini che spontaneamente ci portano farmaci nuovi oppure confezioni rimaste inutilizzate ma non ancora scadute. Si tratta cioè anche di farmaci salvavita: si è creata una cultura della donazione che per fortuna va oltre la Giornata del farmaco e che ci permette di curare tanti ammalati in difficoltà per l’intero anno”.