PALERMO- “Soddisfazione per il no della Regione alla discarica in contrada Valanghe d’Inverno; oggi è stato conseguito un importantissimo risultato”. Queste le parole dei deputati M5s all’Ars, in riferimento al decreto emesso dall’assessorato regionale all’Energia, con il quale si dice no alla discarica in contrada Valanghe d’Inverno in territorio di Motta S. Anastasia. “E’ stato bloccato il rinnovo del decreto A.R.T.A. n.221 del 2009 che la autorizzava”. “Lo scorso anno – continuano i Cinquestelle – avevamo sottoscritto la mozione all’Ars , in cui impegnavamo il governo alla revoca del medesimo decreto. Veniva chiesto, altresì, di provvedere all’individuazione di un sito alternativo, adeguatamente distante dai centri abitati”. “Ora serve che la Regione faccia un ulteriore passo avanti – aggiunge la deputata Angela Foti, componente della commissione Ambiente e Territorio – e pensi concretamente a sviluppare logiche e politiche efficienti di riduzione e riuso dei rifiuti; promuova uno smaltimento in discarica ad appannaggio esclusivo di impianti pubblici pensati solo per accogliere una quantità residuale a fronte di una ottimizzazione della raccolta differenziata, come del resto l’intera assemblea ha manifestato volontà con la recente approvazione della mozione 59”.
“Per ottenere questo – conclude Foti – è necessario che gli organi competenti velocizzino l’iter autorizzativo di isole ecologiche, nonché diano il via libera ai centri di riuso, ai piccoli impianti di compostaggio collettivo e di comunità. Chiudere le discariche non basta. Bisogna adesso dare lo stop anche ad iter autorizzativi che prevedono la distruzione termica delle biomasse, che i cittadini si riapproprino di questa ricchezza, e che si dia spazio all’impresa sana che si occupa di recupero dei materiali”. Risale a pochi giorni fa, invece, la denuncia dei parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle a seguito dello scandalo che ha fatto scattare cinque ordini di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Terra mia”. Dal gruppo ribadiscono: “Alla luce delle sconvolgenti rivelazioni emerse, siamo ancora più fortemente convinti che la Regione debba rivedere l’iter autorizzativo e mettere in discussione ogni autorizzazione e ogni parere positivo rilasciato dall’assessorato Territorio e Ambiente , finché tutto non venga chiarito. Auspichiamo inoltre che scattino controlli a tappeto sulla sicurezza dell’ambiente a tutela della salute. Non diamo per escluso, infatti, che anche questi siano stati inficiati dalla corruzione . Finché i sistemi autorizzativi saranno altamente burocratizzati risulteranno fragili e fortemente permeabili alla corruzione”.