La scommessa 'L'Acerba' | Per la rinascita del Capo - Live Sicilia

La scommessa ‘L’Acerba’ | Per la rinascita del Capo

Gabriele è tornato nella sua città per investire nello storico quartiere.

PALERMO – Uno spazio a metà tra una piccola galleria d’arte e un luogo dove poter gustare un sofisticato cocktail o una pietanza avvolti dalla bellezza decadente di Palermo. L’Acerba Osteria Dinamica è un nuovo spazio nato in pieno mercato del Capo che punta molto sull’arte. È un appassionato d’arte Gabriele Cillari, un ragazzo di trent’anni nato e cresciuto tra i banchi del mercato che dopo diversi anni passati fuori dall’Isola ha deciso di tornarvi e di investire qui, a piazzetta della Saponeria, dove ha amalgamato le sue passioni. Una piazzetta che ha ripulito e sistemato e che adesso è il fulcro della sua attività attorno alla quale ruota tutta la sua voglia di riscatto, riscatto che spera possa avere anche lo storico mercato a lui tanto caro e che vuole contribuire a migliorare con manifestazioni culturali o piccoli interventi artistici come murales.

L’Acerba è il nome di questa piccola realtà: perché? Perché Gabriele è appassionato di Futurismo e “Lacerba” è anche il nome di una rivista letteraria italiana fondata a Firenze il primo gennaio 1913 da Giovanni Papini e Ardengo Soffici. Il periodico si avvalse della collaborazione di Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato ponendosi su posizioni simili a quelle del Leonardo e aderendo al Futurismo. Un luogo in cui niente è lasciato al caso: da chi lavora in cucina a chi fa i cocktail passando per le opere d’arte che si trovano alle pareti, agli arredi costruiti apposta per ricordare le linee futuriste. “Osteria dinamica perché i principi del Futurismo erano la velocità e il movimento – spiega Gabriele – ma anche perché voglio che sia un posto che sappia cambiare registro e dove si possa incontrare gente che ama l’arte e il centro di Palermo”. In questo piccolo spazio ci sono sei preziosi quadri, che sono i gioielli di Gabriele: “Ci sono dei quadri di Vittorio Corona, Fortunato Depero, Giulio D’Anna e anche un Pietro De Francisco – racconta – ho anche arredato il locale in modo che altri elementi diano la sensazione del movimento e della velocità perché tutto sia contestualizzato”. I cocktail portano la firma di Francesco Gianquinto, un barman che si è formato alla Campari Accademy e ha girato il mondo per apprendere e perfezionare l’arte della mixology. Un piccolo luogo in cui arte, atmosfera e cibo si fondono insieme per provare ad aprire una nuova finestra sulla storia del mercato.

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