La sfida di Gianfranco - Live Sicilia

La sfida di Gianfranco

Miccichè e la stagione decisiva
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2 min di lettura

Il problema di Gianfranco (Miccichè) è che sta diventando vecchio. Circa l’invecchiamento esistono almeno due poeti greci che la pensano diversamente. Per uno “la vecchiezza è orrida”, per l’altro è fonte di saggezza. Ma qui si parla del decadimento politico, non biologico. E il decadimento politico arriva quando troppi sogni non sono diventati realtà. Gianfranco sogna di metterci la faccia, di essere lui alla leva dei comandi, senza mediazioni che ne frenino progetto e impeto. Sogna da un’eternità.  Tutto lasciava presagire una carriera brillante, il suo ruolo da enfant prodige alla corte del primo Berlusconi, la guerra lampo con cui conquistò la Sicilia, tingendola d’azzurro. Indubbiamente un capolavoro. Poi la corsa si è arrestata. Gianfranco è sempre Gianfranco. Solo che non è riuscito a coronare del tutto la sua voglia di protagonismo. Non a caso dalle parti del Pdl hanno fatto un minimo di autocritica. Quei cervelli acutissimi, dopo lo sfacelo procurato, si sono chiesti: può essere che in Sicilia c’è tutto ‘sto casino perché non abbiamo dato a Gianfranco ciò che sarebbe stato giusto? E’ la colpa dei cortigiani di Silvio. Quando al Cavalieri si appanna la palpebra, quando dormicchia, entrano in scena loro, cominciano a toccare tutto. E finisce immancabilmente a schifio.

Gianfranco è inquieto, e si capisce. Raffaele Lombardo non ha intenzione di cadere come la statua di Saddam a Bagdad. Altro che successione.  Raffaele si difende benissimo. Dai nemici che lo vorrebbero politicamente morto e dagli amici che magari si accontenterebbero di vederlo appena appena azzoppato, per superarlo all’ultimo giro. Miccichè fiuta il destino amaro dell’eterna promessa, del fiore mai compiutamente sbocciato. Nervosamente scuote i riccioli e manda fulmini e saette dal suo bel blog come un nume corrucciato. Se il Pdl gli offrisse la Sicilia e la testa di Lombardo su un piatto d’argento, chissà che…
Intanto, botte da orbi contro Garibaldi, uno che sapeva dire soltanto: obbedisco. Con Miccichè non avrebbe mai fatto pane.


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